Sono giorni di scelte e di lavoro per chi produce grano. Una delle preoccupazioni principali è la fertilizzazione del frumento duro e tenero. Ci confrontiamo con Roberto Neri, agronomo e consulente di cereali a paglia. Un piano di fertilizzazione – ci ricorda – prevede normalmente tre periodi basilari di applicazione:
- Il primo va dalla fase di pre-semina ad inizio accestimento
- Il secondo va dalla fase di fine accestimento ad inizio levata
- Il terzo va dalla fase di ultima foglia a botticella
In ogni periodo si differenziano le necessità di fertilizzante, in particolare dell’azoto che andrà, appunto, frazionato; fosforo e potassio, invece, dovranno essere distribuiti sempre in maniera anticipata, prima della semina.
Frazionare l’azoto
Nel primo periodo, ovvero la fase di pre-semina (preferibile) fino a inizio accestimento, l’apporto dell’azoto sarà commisurato alle modeste esigenze delle giovani plantule emergenti e favorirne l’accestimento; in questa fase la dose di azoto dovrà essere nell’ordine del 25% della quantità totale da distribuire non superando le 40 unità.
Nel secondo periodo, ovvero la fase di fine accestimento fino a inizio levata ( spiga 1 cm), l’apporto dell’azoto è fondamentale in quanto si assiste ad una intensa crescita del cereale con grandi quantità di elemento consumate. L’azoto somministrato in prossimità di questo stadio stimola la formazione di un maggior numero di spighette fertili per spiga: ecco perché si consiglia un apporto azotato pari al 50% della quantità totale da distribuire. Per alcune tipologie di frumento tenero (come i biscottieri e i panificabili), questa potrebbe corrispondere con l’ultima fase di somministrazione di azoto.
Nel terzo periodo, fase di ultima foglia fino alla botticella, l’apporto dell’azoto è finalizzato a migliorare il contenuto proteico della granella in fase di maturazione e contenere la bianconatura nei frumenti duri. La fertilizzazione effettuata in questa fase è particolarmente consigliata nei frumenti duri, nei frumenti teneri di forza e nei panificabili superiori per i quali un aumento dei valori proteici determina anche la possibilità di migliori quotazioni economiche alla vendita. In questa fase sarà distribuita la quota restante della dose totale, pari al 25%.
Fasi fenologiche del frumento e frazionamento della fertilizzazione. Fonte: Roberto Neri
Non solo azoto
Come ricorda Roberto Neri, agronomo e consulente di cereali a paglia, «anche lo zolfo rappresenta un elemento molto importante per la coltivazione del frumento, soprattutto per la quantità e la qualità delle proteine. Se non è disponibile in quantità adeguate (30-40 kg/ha di SO3), il metabolismo risulta alterato a svantaggio della sintesi proteica, specialmente con riflessi negativi sulla sintesi degli aminoacidi solforati cisteina e metionina. E’ per questo motivo che nella scelta dei fertilizzanti azotati è bene privilegiare, ove possibile, prodotti che dispongano anche di una dotazione di zolfo».
Neri conclude ricordando che «la ripartizione degli apporti azotati, infine, deve tener conto del tipo di frumento coltivato: nella pratica, il fabbisogno totale stimato deve esser frazionato in modo tale da esaltare le caratteristiche intrinseche per cui la varietà di interesse è stata selezionata e coltivata».
Autore: Azzurra Giorgio