L'analisi dei mercati del frumento
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LE PREVISIONI USA DEPRIMONO IL GRANO ITALIANO

L’andamento negativo potrebbe essere al termine, ma intanto si svende

Mercato nuovamente riflessivo nelle sedute di borsa tenutesi in questa settimana. I cali, come avviene ormai da diverso tempo, sono lievi ma diffusi su diversi comparti merceologici

DOMANDA ASSENTE, PER VENDERE SI ACCETTANO I CALI

Ad influenzare negativamente i listini continua ad esserci una domanda pressoché nulla, calmierata ancor di più da una disponibilità che risulta tutt’altro che deficitaria a livello globale. La recente pubblicazione dei dati Usda conferma che di cereali non ne mancheranno nel 2024. L’Ucraina continua ed esportare merce in Ue a prezzi decisamente bassi, capaci di rendere conveniente l’acquisto nonostante i costi di trasporto. L’offerta, pur contenendosi, si vede costretta a vendere, avendo disponibilità di merce e necessità di liquidità. Per arrivare allo scambio in un contesto simile non si può far altro che accettare prezzi al ribasso, seppur minimo. Questa dinamica spinge nel continuo e lento calo che stanno vivendo buona parte delle voci a listino. Reggono di più i prodotti di maggior qualità, come dimostrato dalla stabilità del frumento di forza.

Come abbiamo spiegato nella scorsa analisi (leggi), è verosimile che questo loop negativo sia vicino al termine o quantomeno non possa spingere i prezzi molto più in basso di quanto siano ora. Abbiamo visto l’esasperazione dei produttori alle cifre attuali, portarle significativamente ancora più in basso potrebbe avere come effetto un forte calo della superficie investita a frumento a livello Ue nel prossimo autunno. Questa evenienza rappresenta un risvolto negativo per tutta la filiera, consumatori compresi, per questo è interesse dei più che venga scongiurata. Per smovere la situazione, tuttavia, è necessario che vi sia una scintilla nel contesto geopolitico, che possa spingere la domanda di merce interna a crescere.

DURO -5 €/T, TENERO CALANO I PRODOTTI DI MINOR QUALITÀ

Vediamo nel dettaglio le variazioni a listino. Nei frumenti teneri nazionali su Milano i cali vanno dal -1 €/t per panificabile e biscottiero, al -2 €/t per panificabile superiore e per altri usi. Su Bologna calano di 3 €/t tutti le voci meno pregiate (panificabile, biscottiero e altri usi). Variazioni negative anche per gli omologhi esteri. Panificabile e panificabile superiore comunitari calano nel documento emesso dalla Granaria meneghina, -3 €/t. Stessa variazione per il non comunitario, mentre restano stabili le voci dedicate al tenero nord americano. A Bologna, al contrario, cala anche il frumento tenero canadese, -2 €/t, ed i deprezzamenti per il prodotto comunitario sono maggiori, fino a – 10 €/t per il prodotto austriaco con meno qualità. A livello internazionale, in calo anche i mercati a termine. A Chicago il future di marzo ha perso 3 cent/bushel; la chiusura di venerdì è 596,6 cent/bushel (203,01 euro/t).

Nel frumento duro prosegue il calo generalizzato nell’ordine dei 5 €/t settimanali. Come avvenuto nella scorsa rilevazione, ciò si verifica in entrambe le sedi e sia per il prodotto nostrano del nord che per quello del centro. In calo anche il prodotto comunitario, -5 €/t, e, in modo ancor più consistente, il non comunitario, -10 €/t. Stabili gli sfarinati su Milano, mentre cala la semola e la farina di peggior qualità su Bologna, in entrambi i casi – 10 €/t. In calo anche i sottoprodotti della lavorazione, in particolar modo tritello e farinaccio, deprezzati in ambo i listini.

Autore: Ezio Bosso

 

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