Il mercato del grano duro nazionale continua a mostrare segnali di lento ma costante apprezzamento in tutte le piazze, mentre per tenero permane la stabilità. Nonostante sia ormai da un po’ che non vediamo ribassi, resta il malumore dei produttori, testimoniato una settimana fa ai nostri microfoni da Giovanni Gioia (LEGGI).
RISCHIO DI CALO NELL’INVESTIMENTO A DURO
Questi sentimenti stanno portando ad un calo nell’investimento di ettari a frumento duro, una dinamica non solo italiana ma anche internazionale. I mercati esteri, infatti, tornano a mostrare segnali di incertezza, con variazioni di segno misto che raffreddano le speranze di un rally dei prezzi nel tradizionale mese di novembre. Si confermano le ampie produzioni nordamericane, in particolare in Canada, dove la variabilità qualitativa è ampia ma il livello proteico rimane elevato.
La merce proveniente da questi areali continua ad affiancare il prodotto nostrano, caratterizzato da minor contenuto di proteine. Nel Belpaese sette mercati su tredici monitorati da Ismea mostrano variazioni positive. Tra questi vi sono Bologna, dove si registra un +2 €/t, e Milano, che con il suo +5 €/t propone prezzi maggiori rispetto alle altre piazze riportate di seguito. Nonostante si continui a crescere, la lentezza degli apprezzamenti non consente ancora di superare i costi produttivi fissati di recente da Ismea.






