L'analisi dei mercati del frumento
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MERCATO INDECIFRABILE

I cali rallentano: l’analisi dei listini di Milano, Foggia e Bologna

Dopo settimane di scivolate (LEGGI), i mercati cerealicoli sembrano rallentare la loro corsa verso il basso per la materia prima. Tuttavia, non si può ancora parlare di una vera inversione, essendovi diverse variazioni negative a listino. In generale, i segnali che arrivano dalle piazze italiane e internazionali sono pressoché indecifrabili e i cambi valutari interferiscono nella lettura dei prezzi.

TENERO DI FORZA ANCORA IN CALO

In Italia, i prezzi del frumento tenero registrano ancora ribassi in diverse voci, maggiori per il prodotto di forza. A Milano, il calo per la categoria maggiormente qualitativa è stato di 5 €/t, mentre anche il tenero estero ha perso terreno. Il dato peggiore è quello relativo al prodotto comunitario di forza, in calo di 15 €/t nel listino emesso nel capoluogo lombardo. A Bologna, la discesa è più contenuta ma generalizzata: -2 €/t per tutte le voci riguardanti il tenero nazionale e per il prodotto proveniente da oltreoceano. Questi andamenti continuano a testimoniare l’abbondanza di frumento di forza nella Penisola, attuale e prevista con l’avvicinarsi dei raccolti.

Sui mercati internazionali, il segnale è più difficile da decifrare. A Chicago, i futures mostrano una lenta ripresa. I titoli con scadenza a maggio, luglio e dicembre 2025 sono in aumento lieve, sostenuti da un clima speculativo più fiducioso. Leggermente diversa la situazione a Parigi, dove il contratto di maggio, ormai prossimo alla scadenza, cala, mentre quelli sul nuovo raccolto segnano lievi rialzi. Una doppia lettura che riflette i dubbi sulla domanda, contrapposti alle attese positive riguardanti l’offerta.

I CALI RALLENTANO PER DURO IN UN CONTESTO INDECIFRABILE

Sul mercato del frumento duro la situazione appare ancor più difficile da interpretare, in questo caso anche a livello nazionale. In Italia, dopo settimane di cali generalizzati, si intravede una lieve stabilità, sia al nord (Milano) sia al sud (Foggia). Fa eccezione Bologna, dove si è registrata una nuova flessione di 2 €/t, in un contesto ancora di scambi ridotti nell’attesa del nuovo raccolto ormai sempre più vicino e dal quale ci si attendono risultati positivi.

A livello globale, le dinamiche in essere rendono impossibile tracciare un quadro coerente. In parte ciò avviene a causa degli andamenti valutari, decisamente volatili. Dall’altro lato vi è l’equilibrio domanda-offerta, ancora di difficile lettura. La prima è attesa ai massimi da sette anni, fattore che dovrebbe sostenere i prezzi. Anche l’offerta sembra avere prospettive di abbondanza, con stime ottimistiche sui raccolti futuri che esercitano una pressione ribassista. Secondo l’International Grains Council, la produzione 2025 sarà simile a quella dell’anno scorso, che era già su livelli molto alti. Anche i mercati a termine si muovono in questa ambiguità: il 20 maggio a Chicago si è registrato un lieve rialzo dello 0,23%, ma la sua traduzione in euro segna un calo interamente dovuto al cambio sfavorevole.

Infine i sottoprodotti, le semole e le farine continuano a registrare cali diffusi su entrambi i listini, figli dei continui ribassi vissuti di recente per la materia prima.

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