La distesa dorata di grano ondeggiava sotto il sole caldo di fine primavera. L’aria, densa e secca, vibrava, preannunciando il momento cruciale della maturazione… Questo periodo, delicato, racchiude in sé il frutto del lavoro di un intero anno. Tuttavia, una preoccupazione silenziosa serpeggia tra le spighe: i pentatomidi.
Questi insetti, comunemente noti come cimici, si sono rivelati una sfida crescente per l’agricoltura. Sebbene non tutte le specie di cimici siano dannose, alcune, come Aelia rostrata, quella minuta cimice marroncina che si fonde con il colore delle spighe, e Nezara viridula, la più grande e appariscente cimice verde, stanno mettendo a dura prova i raccolti.
“Sono solo insetti”
Si ricorda come, in passato, la loro presenza fosse stata sottovalutata. “Sono solo insetti,” si pensava, “non possono causare danni significativi.” Ma l’esperienza ha dimostrato il contrario. Al momento della raccolta, ci si è resi conto che una porzione considerevole dei chicchi presentava deformazioni, un aspetto avvizzito e, in generale, risultava impoverita. La resa, di conseguenza, si è rivelata inferiore alle aspettative, e la qualità del grano compromessa. L’esperienza ha portato a una maggiore consapevolezza.
Da quel momento, si è iniziato a studiare questi piccoli antagonisti, a comprenderne i meccanismi d’azione. Si è appreso che Aelia rostrata e Nezara viridula danneggiano i cereali pungendo i chicchi in fase di sviluppo. Attraverso la loro proboscide, un organo simile a un ago affilato, estraggono la linfa interna, depauperando il chicco delle sue sostanze vitali. Questo processo genera danni diretti, come la deformazione, la riduzione di peso e la diminuzione della qualità. Ma i danni possono estendersi oltre. Le punture dei pentatomidi creano minuscole lesioni che fungono da via d’accesso per funghi e batteri, minacciando ulteriormente la salute del raccolto. Inoltre, i chicchi compromessi perdono la loro capacità di germinazione, rendendo il seme inadatto alla semina successiva.
Proteggere il grano dalla cimice
Per proteggere il grano, si è compreso che è necessario agire su più fronti. Innanzitutto, è fondamentale monitorare attentamente le coltivazioni. Controlli periodici delle spighe permettono di individuare le cimici e i loro segni. L’installazione di trappole cromotropiche, placchette adesive di colore giallo che attraggono gli insetti, aiuta a valutare la popolazione di pentatomidi presente nei campi.
Successivamente, si adottano misure preventive. La lavorazione accurata del terreno mira a distruggere i siti di svernamento delle cimici. La rotazione delle colture, evitando la coltivazione continuativa di cereali sullo stesso terreno, contribuisce a spezzare il ciclo vitale degli insetti. Il controllo delle infestanti, erbe spontanee che spesso offrono rifugio ai pentatomidi, è un altro passo cruciale.
La prevenzione è importante, ma a volte non sufficiente. In caso di infestazioni massicce, si rende necessario un intervento diretto. Inizialmente, si ricorre a insetticidi chimici, ma si è compreso l’impatto negativo che questi prodotti hanno sull’ambiente e sugli insetti utili. Per questo, si esplorano metodi di lotta biologica, utilizzando antagonisti naturali dei pentatomidi, come parassitoidi o predatori.
La lotta biologica richiede una conoscenza approfondita dell’ecosistema agricolo, e i risultati non sono sempre immediati. Tuttavia, si considera questa la strada più sostenibile. L’obiettivo è proteggere il grano, ma anche la terra, salvaguardando il futuro.
Così, si continua a percorrere i campi, con attenzione e speranza. La lotta contro i pentatomidi è una sfida costante, ma si affronta con determinazione. Il grano rappresenta un simbolo di vita, di lavoro e di tradizione, il frutto della terra, e come tale, merita di essere difeso. (Immagine realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale)
Autore: Paolo Bonivento (Trieste – Brescia – Roma – Napoli)
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Il Dr. Paolo Bonivento è un Perito Agrario impegnato in attività relative all’entomologia urbana ed agraria. Effettua valutazioni d’impatto ambientale ed ecologico (terrestri, marine e aeree); si occupa della consulenza sull’impiego di strumenti scientifici e tecnici oltre all’identificazione ed al trattamento degli organismi infestanti nonché alla valutazione dei danni alle coltivazioni. La sua attività include anche ambiti forensi con stime generali riguardanti contenziosi ed analisi dei danni.



