In Sicilia è quasi tempo di trebbiare e Grano italiano ha raggiunto Carmelo Allegra, imprenditore agricolo di Raddusa (Catania) e componente dell’esecutivo di CIA Sicilia orientale, per farsi raccontare come sta andando questa stagione. L’annata, rispetto soprattutto alle ultime due, è stata favorevole dal punto di vista meteorologico: «le piogge sono tornate e la natura si è risvegliata», ci dice Carmelo Allegra, con i grani che sono in ottime condizioni. Pesano, però, i prezzi del grano duro, a livelli decisamente bassi, anche considerando che i frumenti duri siciliani sono tipicamente valorizzati meno di quelli della piazza foggiana. Solo un percorso di valorizzazione delle produzioni di medio periodo, secondo Allegra, può sostenere i cerealicoltori della regione.
Un territorio vocato al grano duro
Carmelo Allegra ci racconta che, oltre a gestire la sua azienda agricola, ha un ruolo attivo in CIA Agricoltori Italiani ed è membro della CUN (Commissione Unica Nazionale), attualmente ancora sperimentale. «Gestisco una azienda agricola di circa 100 ettari destinati a cereali» prosegue, «collocata in un territorio di circa 50.000 ettari vocati alla produzione di frumento duro. Il grano è parte della nostra cultura, tanto che il nostro paese, Raddusa, è chiamato “la città del grano” e vi si festeggia “la festa del grano”. Nella mia azienda, oltre al frumento duro, coltiviamo anche fieno e leguminose in rotazione. Abbiamo scelto da diversi anni di passare al biologico perchè crediamo nella sostenibilità ambientale, oltre che per sostenere le nostre produzioni in periodi di crisi di mercato».
Il clima rende le rese altalenanti
Carmelo Allegra ci conferma che i cambiamenti climatici degli ultimi anni rendono difficile prevedere le rese: nell’areale collinare, dove si trovano i suoi terreni, mediamente la produzione è intorno ai 20 quintali/ettaro in biologico e ai 30 quintali/ettaro in convenzionale, ma la variabilità meteorologica ha determinato variazioni abbastanza ampie. «Ci sono anni in cui riusciamo ad avere 30-40 quintali, altri in cui abbiamo rese quasi nulle. E’ il caso dello scorso anno quando siamo riusciti a trebbiare, grazie a delle piogge tardive, ma abbiamo raccolto appena 7 quintali/ettaro. In 20 anni di lavoro non ricordo di aver mai visto una siccità come quella della stagione scorsa….pur in una regione, come la Sicilia, in cui conviviamo tutte le estati con la crisi idrica. La situazione era disastrosa…».
La natura si è risvegliata
Nella stagione in corso, invece, «la natura si è risvegliata, si è ripresa: è piovuto e i campi sono in condizioni buone, se non ottime. Siamo ormai in procinto di mietere: se il meteo lo permetterà, dovremmo avviare il raccolto nel corso della prossima settimana» ci dice Carmelo Allegra. E prosegue: «in termini di varietà, le scelte sono cadute su quelle che negli ultimi anni hanno dimostrato una buona adattabilità e risultati soddisfacenti. Parlo ad esempio della varietà Core, molto importante per noi perchè ha una taglia alta e, in biologico, ha buoni risultati. Ultimamente sto adottando anche varietà francesi come Antalis. Da quando siamo in regime biologico, poi, seminiamo anche miscugli di 2-3 cultivar che, entrando in competizione tra loro, consentono di avere risultati importanti».
Autore: Azzurra Giorgio
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