L'analisi dei mercati del frumento
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NUOVI PREZZI, VECCHI ANDAMENTI

Il listino di Bologna conferma le tendenze di fine luglio

La Borsa merci di Bologna torna a pubblicare il listino dopo una pausa di due settimane, proponendo andamenti pressoché invariati. I prezzi del frumento tenero restano stabile a livello nazionale, con lievi cali per il prodotto di origine Ue. Duro ancora in ribasso di 3 €/t, la stessa variazione proposta nell’ultima rilevazione (LEGGI). Milano e Foggia chiuse, pronte a ripartire la prossima settimana.

OFFERTA MAGGIORE PER DURO, REGOLARE PER TENERO

L’assenza di variazioni rilevanti nelle tendenze di mercato riflette la stabilità negli andamenti dei rapporti tra domanda e offerta. In Italia si confermano i risultati già descritti per la campagna cerealicola 2024–25. Questa ha avuto dinamiche differenti tra le due tipologie di grano. La produzione di frumento tenero si è mantenuta su livelli regolari, con rese nella media ma senza particolari incrementi, penalizzata da un clima irregolare tra Nord e Centro. Al contrario, il grano duro ha registrato una significativa crescita, superando i 4,2 milioni di tonnellate, pari a un aumento del 20–24% rispetto all’anno precedente. Un risultato favorito dall’ampliamento delle superfici coltivate e da condizioni climatiche favorevoli nel Mezzogiorno, che rafforzano l’offerta interna ma pongono pressioni ribassiste sul mercato. Unico neo della campagna, a detta dei mugnai, una qualità merceologica non così soddisfacente.

GLI ANDAMENTI NAZIONALI RIPERCORRONO QUELLI ESTERI

Anche a livello internazionale risulta essere maggiore la disponibilità di grano duro, soprattutto per i mercati Ue. In particolare ad esercitare pressione sulle piazze nostrane è la produzione canadese. Nonostante le stime per il 2025 siano di un calo del 12% sul raccolto, abbiamo vissuto un interessante mutamento negli scambi. I dazi imposti dagli Stati Uniti hanno reso meno attrattivo quel mercato, spingendo una parte consistente delle esportazioni canadesi verso l’Europa, e in particolare verso l’Italia. Il Canada consolida la sua presenza nel Bel Paese anche in virtù di un’ottima qualità merceologica, capace d compensare le criticità produttive interne denunciate dai trasformatori.

Ad aumentare l’offerta globale di grano duro vi sono anche le nazioni dell’est, come la Russia. Mosca, tuttavia, sembra affrontare difficoltà nella produzione di grano tenero. Questa continua a essere condizionata dall’instabilità geopolitica nel Mar Nero e da condizioni meteo variabili, con prospettive di esportazioni in rallentamento. Anche nel Regno Unito il raccolto di tenero non ha ottenuto risultati soddisfacenti, in seguito alla siccità che ha anticipato la trebbiatura di circa due settimane. L’unica nazione a sorridere è la Francia, che, come spiegato nel nostro articolo di inizio mese (LEGGI), dovrebbe ottenere un raccolto di grano tenero di 33,4 milioni di tonnellate, stime dell’agenzia Argus Media. Un dato in un aumento di oltre il 25% rispetto al 2024, +5% rispetto alla media quinquennale.

La maggior offerta francese, tuttavia, dovrebbe essere in parte assorbita da altre importanti nazioni importatrici, come l’Egitto che ha accettato di acquistare 200.000 tonnellate di grano francese. La somma di questi andamenti internazionali e di quanto avvenuto in Italia porta ad un’offerta non abbondante per tenero, che si concretizza in listini fermi. Una stabilità che si percepisce anche nei futures di questo cereale, in lieve calo a Parigi  ed in lieve aumento a Chicago.

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