Ci si avvicina alla pausa natalizia sul mercato del frumento. Nell’ultima settimana gli operatori riferiscono più scambi di pandoro e panettone che di merce nelle sale di contrattazione italiane. I listini emessi proseguono sulle tendenze descritte ormai da diverse settimane: tenero nazionale e comunitario non di forza in crescita e stabilità per duro.
DURO STABILE IN ITALIA, IN CALO FUORI DALL’UE
Come spiegato la scorsa settimana (LEGGI), il rientro dell’offerta turca e i cali nel mercato nordamericano rendono l’attuale stabilità qualcosa di comunque positivo per i produttori nazionali di grano duro. Tale affermazione potrà sembrare assurda, alla luce di prezzi lontani dall’essere remunerativi considerando costi e difficoltà dell’ultima campagna. Il contesto internazionale ribassista su diversi listini, tuttavia, potrebbe spingere in calo anche i prezzi nostrani. Un colpo che sarebbe durissimo per gli agricoltori, dopo che le valutazioni sono rimaste stabili quando nei Paesi esportatori si registravano apprezzamenti.
Questo contesto di mercato, in auge ormai dall’inizio della campagna, ha portato gli agricoltori a ridurre la superficie investita a frumento duro nella Penisola. Ciò sta avvenendo anche a livello Ue, a testimonianza di come sia perlopiù la competizione extracomunitaria ad ostruire la domanda per il prodotto nazionale. Su questo fronte continua il calo nei listini canadesi. Uno sviluppo legato alla sempre più vicina chiusura dei porti, che allontana la domanda internazionale come quella italiana appunto, e al ritorno alla competitività dell’offerta turca. Questa sembra prossima a fornire nuovamente i mercati europei affacciati sul Mediterraneo, con il consueto apporto della produzione proveniente dal nord del Mar Nero.
CONFERMATO L’INVESTIMENTO IN CRESCITA PER IL GRANO DA PANETTONE
Anche in queste ultime rilevazioni pre-panettone, continuano a salire la valutazioni del frumento tenero, non riguardanti le classi superiori. Questo sta portando ai minimi la differenza tra il di forza e le classi minori ma ciò non sembra influire sulle scelte di semina. In Italia come in Europa l’investimento di ettari a grano tenero per la prossima campagna, ormai definito con la totalità delle operazioni concluse, è maggiore di quella precedente ed interessa per lo più i frumenti di forza. Questa possibile futura maggior disponibilità, unita ad un contesto internazionale di buona offerta, sta portando i mercati a termine in calo. La borsa di Chicago all’ultima rilevazione di venerdì cedeva il 3,5% in sette giorni per il titolo dedicato al grano tenero. Sui mercati fisici internazionali intanto si registra il calo di prezzo dei listini russi, che restano quelli con le quotazioni più bassi, e la stabilità delle quotazioni nordamericane.
Prosegue il rush dei sottoprodotti, ormai tutti oltre i 200 €/t lordi. Un valore che significa per alcuni tipi di merce, come il Cruschello, una remunerazione pressoché doppia rispetto ai minimi raggiunti ad inizio luglio, in pieno periodo di raccolta.