Enrico Toso, imprenditore agricolo di Lusia (Rovigo) e Presidente dei Giovani di Confagricoltura della provincia, da circa 10 anni gestisce il progetto della Corte dei Sapori e conduce l’omonima azienda agricola insieme al padre. L’attività principale dell’azienda è l’allevamento dei suini, arrivati nel tempo a circa 500 capi, affiancata dalla coltivazione di una ventina di ettari di terra. Le colture sono destinate in parte all’impiego nell’allevamento interno e, in parte, alle filiere interne: l’obiettivo di Enrico Toso è di arrivare a chiudere il ciclo aziendale nel prossimo futuro, anche grazie al progetto di una linea di birra a marchio proprio.
Una filiera interna completa
«Corte dei Sapori è un’azienda giovane», ci dice Enrico Toso, «e che si sta evolvendo nel tempo. Abbiamo una filiera per la vendita diretta grazie a due punti vendita e un sito di e-commerce. La filiera produttiva della pasta realizzata con il nostro frumento duro sarà affiancata dalla produzione di birra a marchio interno, prodotta sempre con il nostro orzo». I progetti per la prossima stagione sono di ricoprire circa metà dell’azienda con cereali autunno vernini, tra frumento duro e orzo: tutti i prodotti sono destinati ai canali di vendita aziendali, negozi fisici e online. Questa strategia è premiante in un momento di grande difficoltà dei mercati, con i prezzi del frumento in discesa e fenomeni meteorologici che penalizzano le produzioni dell’areale.
E conclude: «le varietà di frumento duro che selezioneremo sono quelle particolarmente precoci, in quanto impieghiamo i terreni per le semine di soia di secondo raccolto. Anche il contenuto proteico che la varietà può raggiungere è fondamentale per noi, per poter produrre una pasta di buona qualità con il nostro marchio».
La stagione 2024-25
La stagione 24-25, ci racconta Enrico Toso, non è stata particolarmente positiva. Nella zona le rese di frumento duro si sono assestate sui 55-60 quintali/ettaro; anche l’orzo non ha dato soddisfazioni, non tanto per la produttività ma per il peso specifico basso. Nell’azienda dell’agricoltore le problematiche non sono state tanto nei ritardi delle semine, quanto nelle piogge che hanno reso complesso l’ingresso in campo per le operazioni colturali. «Sia nel mese di febbraio che in primavera» ci racconta, «abbiamo avuto difficoltà ad entrare in campo nelle finestre giuste: non solo per le concimazioni ma anche per i diserbi e i trattamenti contro le patologie fungine. Il grano ha sofferto anche per le piogge di fine stagione, particolarmente intense e inattese. I diserbi, poi, non sono più efficaci come una volta, con i pochi principi attivi che abbiamo a disposizione».
Le strategie dei giovani a Rovigo
Abbiamo chiesto a Enrico Toso quali strategie stanno mettendo in atto i giovani cerealicoltori della provincia di Rovigo per sostenere le loro aziende in un momento di difficoltà, tra andamenti meteorologici complessi e mercati che non premiano i produttori. «Solitamente i giovani si appoggiano ai consorzi locali: sono poche le realtà che vedono in azienda una filiera di produzione e vendita interna come la nostra. Diversi sono i casi di adesione a contratti di filiera con la grande industria alimentare nazionale. Anche in questo caso, però, le aziende spesso finiscono per trovarsi in difficoltà: sebbene i prezzi promessi siano più alti, si presentano spesso criticità quando le produzioni sono più basse o le caratteristiche del prodotto si discostano da quelle esattamente stabilite nei contratti».
Secondo l’agricoltore, infatti, con la variabilità stagionale degli ultimi anni anche le aziende guidata da giovani fanno presto ad andare in crisi. E’ vero che la filiera promossa dalla grande industria sta spingendo sulla produzione di frumento nel Veneto ma è altrettanto vero, secondo Enrico Toso, che gli agricoltori, una volta fatti i conti a fine stagione, non si dichiarano sempre soddisfatti.
Autore: Azzurra Giorgio
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