Più reddito per gli agricoltori con il precision farming: ce lo spiega Emanuele Biscaldi, Precision AG Sales Specialist di Agrimacchine
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MENO INPUT, PIU’ PRECISIONE

Più reddito per gli agricoltori con il precision farming: ce lo spiega Emanuele Biscaldi

Più reddito per gli agricoltori con il precision farming: Emanuele Biscaldi, Precision AG Sales Specialist in Agrimacchine (concessionario John Deere), ci spiega perché. L’agricoltura di precisione e le nuove tecnologie offrono benefici per i bilanci delle aziende agricole e per l’ambiente, oltre ad aiutare l’adesione alle politiche europee: vediamo come.

Quali tecnologie e applicazioni di precision farming sono più diffuse in cerealicoltura, in particolare per il frumento?

«Ad oggi, la cerealicoltura può avvalersi di diverse tecnologie che mirano alla diminuzione degli input impiegati -e quindi ad una loro miglior efficienza di utilizzo- attraverso l’impiego di macchine dotate di guida automatica, attrezzature a rateo variabile, Remote e Proximal sensing.
Per quanto riguarda il frumento in particolare, credo che la tecnologia più promettente, ed in generale di più facile accesso, sia proprio l’impiego di sistemi di guida automatica. Questi permettono di ridurre al minimo le sovrapposizioni tra le passate durante tutte le operazioni: ciò non comporta soltanto una riduzione dei consumi di combustibile, ma anche di tutti gli agrofarmaci utilizzati in copertura. Inoltre, con i sistemi RTK (Real Time Kinematics con spostamenti entro i 2,5 cm) la superficie calpestata è confinata ad una breve porzione di campo e si mantiene la stessa per tutte le operazioni. Ciò comporta una serie di benefici di tipo agronomico di cui la coltura giova, tra cui un minor compatimento del suolo e quindi una maggior facilità di espansione radicale».

Rateo variabile

«Con l’impiego di attrezzature a rateo variabile, lo scopo è quello di ottimizzare gli investimenti in termini di numero di piante/mq sulla base delle caratteristiche e della fertilità dei suoli. Sullo stesso principio si basano le operazioni di concimazione, eseguite tramite l’utilizzo di mappe di prescrizione che valutano il potenziale del terreno sulla base della sua fertilità. Analogamente, sono sempre più diffusi concimi a lento rilascio addizionati con inibitori, che permettono quindi di seguire al meglio la curva dei fabbisogni della pianta attraverso un rilascio graduale dei nutrienti apportati. Così la pianta assorbe quanto più possibile».

Infine, il monitoraggio dello stato di salute e vigoria della pianta è argomento sempre più attuale in termini di tecnologia in modo tale da evitare periodi di stress e carenze, ma anche eccessi e consumi di lusso altresì dannosi. Per tale motivo, vengono in aiuto una serie di sensori applicati a livello del suolo (Proximal sensing) o satelliti in grado di valutare il contenuto di clorofilla nella canopy (NDVI) e di acqua nel suolo (NDMI)».

Nel futuro, quali sono le più promettenti e perché?

«Sempre più frequentemente si vedono trattori autonomi, che non presuppongono quindi la presenza di un guidatore in cabina. A livello italiano, credo che tale soluzione sia piuttosto lontana. Questo per l’arretratezza tecnologica in cui gran parte degli agricoltori si trova e, soprattutto, per l’orografia italiana: rilevanti sono infatti le zone collinari e terreni scoscesi, spesso di piccole dimensioni.
Al contrario, in molte realtà americane con aziende che superano le migliaia di ettari coltivati l’utilizzo di tecnologie di guida automatica e rateo variabile sono ormai consolidate da decine di anni. Vediamo l’affermarsi graduale di trattori autonomi: ciò è dovuto sia per i campi, o meglio, le distese coltivate, che per la mappatura e la tecnologia utilizzata».

Più reddito per gli agricoltori con il precision farming: quali vantaggi concreti nella coltura del frumento?

«I vantaggi sono numerosi, alcuni citati anche precedentemente. Tra questi, troviamo sicuramente l’avvicinamento ad un’agricoltura più sostenibile dal punto di vista economico ma anche ambientale, in cui la riduzione delle dosi di agrofarmaci giova non solo al portafoglio di chi le acquista ma anche alla pianta ed all’ambiente. In questo modo si cercano di massimizzare le produzioni, ottimizzando l’utilizzo l’efficienza produttiva.
Si può poi parlare anche del discorso di tracciabilità e della costruzione delle filiere, sempre più richieste verso le nuove politiche europee: attraverso l’impiego di tali tecnologie, è possibile utilizzare piattaforme che raccolgano in automatico i dati delle lavorazioni andando a costituire il quaderno di campagna».

Autore: Azzurra Giorgio

Fonte immagine: Emanuele Biscaldi

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