L'analisi dei mercati del frumento
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PREOCCUPA LA PRESSIONE DALL’ESTERO

Prezzi fermi, pubblicati i costi di produzione Ismea: l’analisi dei listini di Milano, Foggia e Bologna

Prezzi stabili per le origini nazionali a Milano e Bologna ed un lieve rialzo per Fino a Foggia nell’ultima settimana di borsa per i frumenti. Sul mercato del tenero si registrano apprezzamenti per il prodotto di origine nordamericana, probabilmente legati alle recenti difficoltà produttive in quell’areale. Pubblicati i costi di produzione Ismea, una delle conquiste delle proteste della settimana scorsa (LEGGI), che si dimostrano maggiori delle attuali quotazioni.

LO CONTE: «NECESSARIA MAGGIOR COOPERAZIONE, MI PREOCCUPA LA MERCE IN ARRIVO DALL’ESTERO»

Nel dettaglio l’ente statale propone 31,80 €/q come costo produttivo del frumento duro al sud e 30, 30 al nord. Appare chiaro come questi valori siano maggiori delle attuali remunerazione, tema che approfondiamo insieme ad Elio Lo Conte, Amministratore e responsabile del settore Cereali e dello sviluppo delle filiere di Pineta Srl. «Da due settimane il prezzo di vendita sembra essersi stabilizzato sui 28 €/q – spiega Lo Conte -, con le recenti variazioni viste nelle borse pugliesi utili a riallinearsi a tale valore. Accolgo con favore l’introduzione del prezzo di produzione Ismea, una positiva battaglia vinta dai sindacati agricoli. Questo sta certificando ufficialmente come i cerealicoltori italiani stiano vendendo in perdita. Infatti, il valore identificato per l’areale di mia competenza, che ritengo essere in linea con le spese reali sostenute dagli agricoltori, è superiore a quanto oggi ottenibile alla vendita.

Mi auspico che la maggior consapevolezza di tutte le parti coinvolte porti a più cooperazione. Mi preoccupa il prodotto in arrivo dall’estero. In particolare a breve vedremo arrivare molta merce dal Canada, in quanto le recenti notizie di calo produttivo dovuto alle piogge sono relative solo all’ultima parte di raccolto. Certo non sarà un prodotto capace di competere in termini qualitativi con quello che produciamo qui in Puglia, dove quest’anno pressoché tutto il raccolto ha mostrato valori di proteine oltre il 14 e 81-82 di peso specifico. In questo contesto ritengo sia sempre più importante per gli agricoltori aderire a contratti di filiera, capaci di premiare nel modo giusto la maggior qualità del nostro prodotto oltre a garantire un prezzo certo di vendita.»

PREZZI ESTERI E FUTURES LIMITANO I MARGINI DI RIALZO

Le piazze internazionali del grano hanno mostrato andamenti contrastanti nell’ultima settimana. Mentre sale il prezzo del frumento tenero, per duro in Canada i prezzi Fob scendono di 10 euro alla tonnellata per i carichi dall’Atlantico, portando la quotazione a 239 euro. Il mercato resta condizionato da un raccolto mondiale abbondante e dalla buona disponibilità in Europa e Nord Africa, che limitano l’effetto della domanda globale. Unico spiraglio di possibili cedimenti dell’offerta, quindi di possibili apprezzamenti, sono le notizie di raccolto ridotto della Turchia, che non potrà competere sul mercato estero.

I mercati a termine del grano hanno chiuso la settimana con un lieve rialzo, riportandosi poco sopra i 5,10 dollari per bushel dopo aver toccato i minimi delle ultime tre settimane. A sostenere i prezzi ha contribuito anche la spinta arrivata dalla soia, in forte crescita negli stessi giorni. Tuttavia, il recupero appare fragile: le abbondanti scorte e le nuove stime di produzione continuano a pesare sulle prospettive. Secondo l’USDA, infatti, le riserve di grano negli Stati Uniti hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi cinque anni, superando le attese degli analisti, mentre la produzione prevista è stata nuovamente aumentata. Questi dati indicano un mercato ben fornito, in cui i margini di rialzo rimangono limitati nonostante i recenti segnali di forza.

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