Pochi prezzi a listino a Milano e Bologna ma molti segnali negativi per i produttori verso l’inizio della campagna di vendita 2024/2025. Le valutazioni del prodotto estero e nei mercati a termine preoccupano il mercato del frumento tenero. Per duro la prima quotazione di Foggia per il “fino” del nuovo raccolto propone 342 €/t ai massimi, valore in calo rispetto all’ultima rilevazione.
PRIMA QUOTAZIONE IN CALO DI 13 €/T A FOGGIA
La differenza, più precisamente, è di -13 €/t rispetto al listino del 29 maggio nella stessa sede pugliese, -8 €/t in confronto all’ultimo valore proposto 7 giorni fa a Bologna e ben -30 €/t dalla quotazione di 2 settimane fa a Milano. Quest’ultima piazza risulta chiaramente più influenzata dalla maggior distanza con i principali poli produttivi nazionali. Sebbene espresso sotto raccolta, quindi esente dai costi di stoccaggio, un prezzo tanto in ribasso sorprende visto un raccolto a dir poco deficitario. Come spiegato da Fernando Di Chio, Area Manager Sud di SIS, nel suo recente articolo (leggi), Puglia e Sicilia stanno riscontrando grossi deficit produttivi e miglior qualità media della merce. Per la regione del tacco il calo è attorno al -20%, mentre la forte siccità subita dall’isola più grande del Mediterraneo sta portando ad una riduzione del raccolto pari al 60%.
La scarsa influenza di questi andamenti agronomici sul prezzo scaturisce dalle coperture provenienti dall’estero. In Spagna e Grecia i quantitativi prodotti sono ottimali, anche se, come riportato nel settimanale di informazioni allegato al listino della borsa merci di Bologna (vedi), il raccolto totale in Ue si prevede in calo di 72.000 tonnellate (dati Cocereal). La maggior tranquillità per i trasformatori proviene dalle scorte turche, sempre incombenti a basso prezzo nei mercati nostrani, utili ad equilibrare l’offerta fino all’arrivo della produzione canadese.
TENERO: IN CALO IL PRODOTTO ESTERO
Per il frumento tenero i brutti presagi provengono dalle valutazioni del prodotto importato, come avvenuto la scorsa settimana (leggi). In entrambe le borse cala il prodotto di origine comunitaria, di valori compresi tra i -5 ed i -8 €/t, e la merce di origine nord-americana. In questo caso le variazioni sono più decise a Milano, -10 €/t per il canadese e -20 €/t per lo statunitense, rispetto a Bologna, -8 €/t. Anche nei listini esteri la situazione è o di stabilità o, in più casi, di calo. In Francia molte voci esprimono variazioni negative e le quotazioni stabili scaturiscono da una scarsità di scambi generalizzata nei paesi Ue, in attesa del nuovo raccolto. Nelle Americhe si registrano tendenze ribassiste mentre stabili i mercati australiani.
In ribasso anche i mercati a termine, soprattutto per la sempre più prossima scadenza di luglio ma anche per le quotazioni successive. Per sfarinati e sottoprodotti pressoché totale stabilità, nell’attesa di un numero di scambi maggiormente a regime con la partenza del nuovo mercato.
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