L'analisi dei mercati del frumento
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PREZZI FERMI, CEREALICOLTORI IN PIAZZA

Proteste e stabilità: l’analisi dei listini di Milano, Foggia e Bologna

Dopo i primi segnali di assestamento (LEGGI), il mercato si stabilizza in tutte le sedi per frumento tenero e duro nell’ultima settimana di contrattazione. Le remunerazioni si confermano così su livelli insoddisfacenti per gli cerealicoltori, che in settimana hanno scelto di scendere in piazza per manifestare il loro malessere.

20.000 CEREALICOLTORI IN PIAZZA MA I PREZZI NON CAMBIANO

La protesta, indetta da Coldiretti, ha visto la partecipazione di 20mila produttori di frumento in diverse piazze italiane. Le principali sono state Bari, Rovigo, Firenze e Palermo. Il sindacato afferma che i risultati sono stati ottimi, come spiegato dal segretario generale Vincenzo Gesmundo (VIDEO). Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha infatti accolto le richieste avanzate dall’associazione. Viene annunciata la pubblicazione dei costi medi di produzione sul portale Ismea, e si darà il via alla Commissione Unica Nazionale del grano duro, utile ad una definizione univoca per il prezzo di questo cereale. Inoltre, verranno stanziati 40 milioni per i contratti di filiera.

Per il momento, tuttavia, le quotazioni sono del tutto stabili su livelli considerati ben al di sotto di quelli necessari ad una giusta remunerazione, secondo gli agricoltori. Le uniche variazioni presenti nei listini di Milano e Bologna sono relative al frumento tenero di origine nordamericana, in calo in Lombardia, in crescita in Emilia.

ALL’ESTERO SITUAZIONI CONTRASTANTI, FUTURES IN CALO

Sui listini internazionali le situazioni sono differenti per frumento tenero e duro. Il primo nell’ultima settimana è stato in rialzo su tutte le principali piazze. Ad influenzare questa tendenza in parte vi è stato l’arrivo delle nuove sanzioni alla Russia, che portano ad un’aumento nei dazi per l’importazione di frumento che sfiora il 184%. Il grano duro risulta al contrario essere in calo sulle piazze canadesi, -10 €/t per i carichi in partenza nell’Atlantico. Lievi rialzi si registrano però anche per questo cereale, soprattutto nelle Borse statunitensi. Risulta complesso capire quali saranno gli andamenti nel prossimo futuro.

Un segnale negativo arriva dai futures che venerdì sono scesi sotto la soglia di 5,20 dollari per bushel (27,216 kg) a Chicago. Ciò in seguito alla pubblicazione del rapporto statunitense sulle scorte. Secondo le stime degli analisti, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) dovrebbe indicare scorte interne pari a 55,6 miliardi di tonnellate al 1° settembre, in aumento rispetto ai 54,2 miliardi dell’anno precedente. La produzione complessiva è prevista a 52,4 miliardi di tonnellate, in linea con le previsioni precedenti. A pesare ulteriormente sul mercato finanziario relativo al frumento sono le prospettive di raccolto favorevoli, come la previsione della Commissione europea relativa alla produzione di grano tenero nell’UE pari a 132,6 milioni di tonnellate. Nel frattempo, la sospensione temporanea delle tasse sulle esportazioni in Argentina ha favorito un picco di vendite, mentre dalla Francia partono carichi consistenti destinati all’Egitto.

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