I listini delle borse merci di Bologna e Milano sono caratterizzati da molti segni negativi, con il capoluogo lombardo che evidenzia un maggior numero di ribassi. Qui, oltre ai cali condivisi con Bologna per sottoprodotti e frumento tenero di origine nordamericana, si rileva la caduta del frumento duro e dei suoi derivati, in calo su tutte le voci di 10 €/t ad eccezione del frumento fino di origine centro Italia, -5 €/t.
PRODURRE FRUMENTO DURO È UN’ATTIVITÀ IN PERDITA
I prezzi del prodotto grezzo si allineano così a quelli di Bologna, con un’unica differenza significativa per quanto riguarda il frumento mercantile di origine nord, per il quale la commissione prezzi emiliana propone valori più alti. Per quanto concerne la semola, la variazione delle quotazioni accentua ulteriormente il divario tra le due piazze: il prezzo del prodotto milanese al limite delle caratteristiche di legge, passa da essere superiore di 2 €/t a inferiore di 8 €/t rispetto a quello bolognese. Anche nelle altre sale di contrattazione italiane, i valori restano simili, con il frumento fino che si attesta attorno ai 320 €/t.
Come abbiamo spiegato nell’ultima analisi (leggi), i prezzi attuali sono ben lontani dal soddisfare i produttori. Molti agricoltori stanno valutando seriamente di non seminare il prossimo autunno, considerando la coltivazione del frumento duro un’attività in perdita a queste condizioni. Negli ultimi anni, i costi di produzione sono aumentati mentre le rese per ettaro sono diminuite su base nazionale (-11% nel 2024 rispetto alla media dei cinque anni precedenti, fonte: JRC MARS Bulletin Vol. 32 No 8 – 26 August 2024), con difficoltà ancora maggiori nei territori colpiti dalla siccità, come evidenziato dalla nostra intervista ad Andrea Varvaro (leggi). Questa situazione non sembra destinata a migliorare nel corso della presente campagna di commercializzazione, alla luce delle abbondanti disponibilità di prodotto da Turchia, Russia (che riesce a raggiungere i nostri mercati nonostante i dazi grazie a triangolazioni), Stati Uniti e Canada, e dei prezzi internazionali stabili o in caduta.
ANCHE PER TENERO PROSPETTIVE DI RIBASSO E RESE IN CALO
Anche per il frumento tenero di provenienza nordamericana si registrano ribassi nei listini sia di Milano che di Bologna, sempre a causa delle ottime prospettive produttive per la prossima trebbiatura. Si segnala poi un miglioramento per il prodotto nazionale di qualità inferiore “altri usi”, come già avvenuto la scorsa settimana, a causa della minore disponibilità attuale. Gli scambi rallentano per soddisfare le esigenze degli utilizzatori, dopo i maggiori ritiri durante la raccolta, che hanno portato i molini ad aumentare la trasformazione, come dimostrato dai prezzi dei sottoprodotti in diffuso calo. A livello europeo, la produzione di frumento tenero è stata inferiore alle aspettative nel 2024, con un crollo delle rese per ettaro del 12% in Italia rispetto alla media dei cinque anni precedenti.
Tuttavia, come per il frumento duro, le importazioni di merce extra-UE dovrebbero compensare queste carenze, evitando significativi aumenti dei listini. Gli operatori di mercato segnalano, oltre alle previsioni positive per Canada e Stati Uniti, un miglioramento delle prospettive produttive nei territori del Mar Nero. L’Ucraina potrebbe ottenere raccolti migliori rispetto al 2023 e la Russia si prepara a gestire le esportazioni in modo da coprire agevolmente le necessità dei mercati occidentali anche nel 2025. A conferma di queste dinamiche, si registra la caduta delle quotazioni sui mercati a termine europei e statunitensi.