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IN PUGLIA SI COMBATTE LA SICCITÀ GRAZIE AI POZZI

In Puglia dighe e falde sono quasi vuote: preoccupazioni per il grano

Dighe vuoti e pozzi sotto la media: è emergenza siccità in Puglia. Lo raccontano i diretti interessati.

La situazione

La diga di Occhito sul fiume Fortore, che ha una capienza massima disponibile di più di 250 milioni di metri cubi, a fine aprile di quest’anno conteneva 77 milioni di metri cubi di acqua. Nello stesso periodo del 2024 la disponibilità di acqua era quasi doppia (147,6 milioni di metri cubi). Situazione più o meno analoga sul fronte siccità, sempre in Puglia-Capitanata, per l’invaso di Merana Capacciotti, alimentato dalle acque dell’Ofanto. Rispetto alla capienza massima disponibile di più di 48 milioni di metri cubi, contiene attualmente 26,7 milioni di metri cubi di acqua contro i 38,5 del 2024.

Nel foggiano ci si salva grazie ai pozzi

Leonardo Di Stefano coltiva circa 550 ettari di terreni ad Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Inoltre, gestisce circa 2.000 ettari come contoterzista insieme ai suoi fratelli. Oltre ai cereali ed altri seminativi, produce anche ortofrutta. Buona parte dei suoi terreni sono irrigui per la presenza di pozzi costruiti negli anni passati. In questo momento di forte siccità in Puglia, questa risorsa è una fortuna.

«La Capitanata è reduce dalla siccità e le produzioni di grano duro scendono al di sotto dei 20 quintali. A questa situazione va aggiunta una gelatura a fine marzo scorso. Quindi le partite che stavano un pochettino più avanti come fioritura hanno avuto delle forti ripercussioni per quanto riguarda la spigatura. Diciamo che le previsioni di del raccolto non sono buonissime quest’anno».

Di Stefano spiega che nel foggiano qualche pioggia in più al momento giusto ha permesso di salvare la situazione. Ma «sono ormai tre anni che le precipitazioni sono scarse in quasi tutta la Puglia e la siccità si fa sentire». Continua: «Le dighe non si sono riempite. La diga di Otranto non si riempie, la diga di Conza non si riempie, il Capacciotti rimane intorno al 55%. E i consorzi di bonifica non hanno la disponibilità d’acqua per l’agricoltura».

La fortuna, conclude, è avere i pozzi che insieme ai suoi fratelli ha scavato nel corso degli anni «Però si nota si nota che i livelli dei pozzi sono scesi perché giustamente più acqua si tira e più scendono i livelli delle falde».

Il tecnico

«La zona della pianura, quella più vicina al mare, ha avuto più siccità ed è stata colpita anche dal gelo che ad aprile ha toccato la Puglia. E quindi la si attesta tra i 10 e 20 quintali, resa molto bassa. Per quanto riguarda la collina, si è un po’ più salvata con un temporale e quindi non accusa molto della siccità, però ha avuto una gelatura. Sta andando tra i 30 e 35 quintali ad ettaro. In montagna è presto, ma dovrebbe andare un po’ meglio». Chi parla è un tecnico dell’Associazione Monti Dauni e Tavoliere.

Sul fronte della siccità, la Puglia non se la cava meglio della Sicilia. «Come acqua disponibile stiamo quasi a zero perché il consorzio dà qualche goccia ma non garantisce niente. Ha quel poco di acqua in qualche diga e la sta dando giusto più per le colture arboree».

«Per quanto riguarda le fonti idriche personali, come i pozzi, le falde si sono abbassate perché le piogge d’inverno non ci sono state e prima o poi ci aspettiamo un tragico calo anche di quelli».

Nella difficoltà, però, va meglio dell’anno scorso «soprattutto a noi in collina. C’è stata un’aria più fresca e abbiamo avuto un temporale che ci ha aiutato. In pianura dove l’hanno l’anno scorso è andata un po’ meglio, quest’anno avranno un duro colpo perché la siccità e il gelo qui in Puglia hanno creato abbastanza danni» conclude.

 

 

Autore: Rachele Callegari

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Rachele Callegari

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