Brutte notizie per i cerealicoltori italiani. Le quotazioni del frumento duro scendono ulteriormente rispetto alla già deficitarie prime valutazioni della campagna 2024/2025. Per tenero Milano riapre allineandosi con i prezzi di Bologna visti la scorsa settimana (leggi), valori lontani in negativo dalle chiusure dello scorso mercato.
LA PRESSIONE ESTERA EVITA APPREZZAMENTI
Nel documento emesso nel capoluogo lombardo sono quotate solo le tre classi merceologiche meno pregiate. Ciò dimostra che la merce disponibile in seguito alla raccolta è destinata principalmente a quelle categorie di prodotto, alla luce di dati deficitari relativi a peso specifico e contenuto proteico. Parte del frumento tenero raccolto sembra addirittura destinato all’uso zootecnico, a causa dell’elevata presenza di tossine. Questa situazione non riguarda solo l’Italia, ma tutte le produzioni continentali, compresa la Francia. Nonostante la situazione dell’offerta interna in Ue sia questa, non ci aspettiamo apprezzamenti nel breve periodo.
La pressione della merce estera attuale e prevista, per lo più proveniente dal Nord America ma con buone prospettive anche per i raccolti australiani, evita questa evenienza. A dimostrazione di ciò si registrano i cali delle quotazioni sul listino di Milano per il prodotto di provenienza americana e comunitaria. I mercati a termine mostrano andamenti opposti, con leggeri cali sulle borse francesi e rialzi su quelle statunitensi. Forti deprezzamenti anche per le farine, probabilmente a seguito di una riduzione della domanda vista la stagione estiva.
CROLLA IL GRANO DURO
Per il frumento duro, la notizia è il forte deprezzamento su base settimanale registrato a Bologna, mentre Milano propone i primi prezzi allineandosi a quelli della settimana scorsa della stessa sede emiliana. Qui si registra un calo importante di 7 €/t per il prodotto di origine nord, ma ancor più marcato per quello del centro-sud, -10 €/t. Tale variazione segue il ribasso ancor più brusco registrato mercoledì a Foggia, -16 €/t, che ha portato la valutazione del frumento fino di origine centro-sud, il prodotto nazionale di qualità più eccelsa, a 320 €/t come valutazione massima. Questo è il valore più basso degli ultimi 4 anni, distante di ben 30 €/t rispetto all’ultima valutazione dello scorso raccolto.
Una situazione sorprendente alla luce dei costi produttivi mai rientrati dopo gli elevati apprezzamenti delle ultime annate, a cui si aggiungono le grosse difficoltà produttive di questa campagna a causa della siccità. Come affermato da Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale dell’organizzazione, in una recente intervista ad agricoltura.it, «Le quotazioni del grano duro italiano non rispecchiano la qualità e non rispettano il lavoro dei nostri agricoltori. Tutto questo si traduce in un forte impoverimento della nostra cerealicoltura».
ANCHE PER DURO LA PRESSIONE AL RIBASSO ARRIVA DALL’IMPORT
A pesare sulle valutazioni italiane, nonostante la scarsa disponibilità del raccolto, è anche in questo caso la merce di provenienza estera. In particolare, due importanti vendite provenienti da Turchia e Tunisia stanno rovinando il mercato proprio nella delicatissima fase della trebbiatura per i cerealicoltori italiani. Del primo acquisto citato si sa poco: non abbiamo un prezzo certo né quantitativi. L’acquisto dovrebbe essere avvenuto in giugno sul mercato turco, come confermato da diversi enti internazionali. Per il prodotto tunisino si parla di un’asta da 50mila tonnellate, vendute a 305 €/t anche per il prodotto con caratteristiche ottimali, questa volta con conferme ufficiali.
Vi è poi la situazione comunitaria di ottima offerta da Spagna e Grecia, confermata da prezzi in calo su entrambe le piazze su base settimanale. Questo accade anche per la fretta di vendere di molti produttori, preoccupati dall’arrivo di ulteriori carichi di merce estera in Ue. Le prospettive positive per i prossimi raccolti in Canada, USA, Russia e, ancora una volta, Turchia, non lasciano ben sperare i produttori europei per futuri apprezzamenti, in un mercato che si prospetta molto difficile per i venditori di frumento.
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