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RESE VARIABILI IN PIEMONTE

SATA ci aiuta a comprendere i risultati del raccolto in Piemonte

Ritorniamo in Nord-Ovest dove, con l’aiuto dei tecnici di SATA, ripercorriamo l’andamento della campagna 2024-25 con alcune considerazioni tecniche e agronomiche che ci spiegano i risultati della stagione in termini di raccolto. Almeno per quanto si possa conoscere al momento attuale: si attendono, infatti, dati analitici sulla contaminazione da micotossine e dalle analisi alveografiche, fondamentali per valutare la qualità molitoria.

Rese variabili, con picchi storici

Ivano Ramon, Direttore degli studi per l’area Nord-Centro di SATA, ci spiega che nel territorio del Nord-Ovest le rese dei raccolti sono state molto variabili. Si sono registrati minimi storici, sui 20 quintali/ ettaro,  e massimi storici, attorno agli 80 quintali/ ettaro. In termini di peso ettolitrico, invece, c’è stata una maggiore omogeneità con valori, in generale, buoni: parliamo di più di 75, in alcuni casi intorno a 80-81. Anche i dati di proteine si sono rivelati interessanti per tutti gli areali, anche nei casi di produttività inferiore.

I motivi della variabilità

Come ci racconta Ivano Ramon, questa forte variabilità nelle rese dipende sicuramente dall’areale di riferimento, ovvero dalle caratteristiche di territori più o meno produttivi. Un fattore importante, poi, è stato quello dell’epoca di semina: in un autunno particolarmente piovoso, nel Nord-Ovest gli agricoltori hanno seminato sostanzialmente in due periodi principali. Da un lato ci sono aziende che sono riuscite ad entrare in campo all’inizio del periodo canonico, completando la semina intorno alla metà di ottobre. In questi casi i frumenti hanno sofferto l’elevata piovosità che ha comportato difficoltà in termini di emergenza e elevati ristagni idrici.

Le aziende che, invece, hanno dovuto seminare dopo le abbondanti piogge, nella prima decade di novembre, sono riuscite ad ottenere delle ottime emergenze, salvo casi particolari. In questi casi la coltura si è sviluppata bene nel corso di tutta la campagna.

Il ruolo della natura dei suoli

Abbiamo chiesto ad Ivano Ramon se un ruolo importante, visti gli eccessi idrici della stagione, possa essere stato giocato anche dalla natura dei suoli, laddove terreni più sciolti possano aver favorito lo sviluppo delle piante in termini di maggiore produttività. Il tecnico di SATA ci ha risposto dicendo che “questo non è necessariametne vero: sicuramente la primavera particolarmente piovosa può aver causato dei problemi in terreni particolarmente pesanti, con grani che sono andati in sofferenza in più di una situazione. E’ anche vero, però, che le piogge primaverili sono state di aiuto in numerosi casi, in quanto hanno consentito agli elementi nutritivi apportati dalle concimazioni di entrare rapidamente nella soluzione circolante”.

E conclude: “nei terreni più sciolti, infatti, ad abbandonare i suoli non sono solo gli eccessi idrici ma, con questi, anche i nutrienti già presenti o apportati con interventi di fertilizzazione”. Salvo condizioni di tessitura con caratteristiche estreme, quindi, si può affermare che la primavera piovosa sia stata favorevole in questa stagione.

 

Autore: Azzurra Giorgio

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