La stagione delle prove della Rete Nazionale del frumento tenero, ormai giunta al 52esimo anno di realizzazione, sta volgendo al termine. I raccolti sono in corso e le aspettative sono alte, viste anche le difficoltà dell’annata 23-24 che ha visto un andamento meteorologico davvero complesso. Con l’aiuto di Patrizia Vaccino, responsabile Crea della Rete (nella foto), abbiamo raccolto le voci da alcuni campi selezionati diffusi un po’ in tutta Italia: vediamo in questo articolo come sta andando al Nord Italia, tra Friuli ed Emilia Romagna.
Patrizia Vaccino ci ricorda che quest’anno le prove riguardano 49 varietà e 26 località, con l’aggiunta del campo di Quargnento (Alessandria), ospitato dal SATA. In merito alle tipologie varietali, queste sono rappresentate da 7 frumenti di forza, 12 panificabili superiori, 26 panificabili e 4 biscottieri.
Poche malattie in Friuli-Venezia Giulia
Le prove in Friuli-Venezia Giulia sono ospitate da ERSA, tramite il servizio fitosanitario e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica. Nell’annata 24-25 sono stati allestiti due campi sperimentali, uno in località Basiliano (Udine) ed uno a Fiume Veneto (Pordenone). Nei due campi, le semine sono state effettuate rispettivamente l’11 e il 13 novembre 2024, mentre le operazioni di raccolta si prevedono tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio.
Come rileva Maurizio Martinuzzi, responsabile della sperimentazione, l’avvio di stagione, come in tutto il Nord Italia, è stato caratterizzato da abbondanti e continue precipitazioni; le piogge sono state, invece, nella media nei mesi di gennaio e febbraio, per poi riprendere in maniera copiosa in primavera, soprattutto nel mese di maggio. I mesi invernali sono stati piuttosto miti, con punte di massima sui 15° C in alcune giornate di gennaio e febbraio. Anche l’avvio della primavera è stato particolarmente mite, con punte di 20° C a marzo; a maggio, invece, si sono avute giornate particolarmente fresche. Nel mese di giugno le temperature sono, poi, schizzate anche al di sopra dei 30°C.
In merito alla situazione fitosanitaria, in campo non sono stati registrati casi né di oidio, né di ruggine gialla. Solo le varietà più sensibili, poi, hanno mostrato sintomi di ruggine bruna e septoriosi. Sono stati, invece, riscontrati alcuni casi di fusariosi della spiga, seppur circoscritti. Questo, nonostante il trattamento fungicida sia stato regolarmente effettuato in spigatura, a causa delle precipitazioni abbondanti che si sono avute nel mese di maggio.
In Emilia Romagna tanta pioggia e poche proteine
Eder Groli, responsabile di SIS, che ha ospitato la sperimentazione, riferisce di un inverno con temperature di poco superiori alla media e precipitazioni, invece, ben più elevate del solito. In gennaio, febbraio e marzo si sono registrati livelli di piovosità più alti di quelli medi della stagione. Questo ha causato in molti casi ristagni idrici che hanno indotto periodi di anossia radicale, con effetti negativi sull’accestimento delle colture.
Anche l’esecuzione delle pratiche colturali e degli interventi di concimazione di copertura è stata ostacolata dalle condizioni meteorologiche avverse, riducendo l’efficienza dell’apporto di azoto lungo il ciclo della coltura. Nonostante le difficoltà riscontrate nella fase di accestimento, le piante hanno mostrato una buona capacità di sviluppo. Almeno in parte, infatti, si è riusciti a compensare il minor numero di spighe con una maggiore fertilità delle stesse e un eccellente riempimento della granella.
Dal punto di vista fitopatologico, le condizioni sono state favorevoli allo sviluppo di malattie. Si sono osservati sintomi di septoriosi e una elevata incidenza si ruggine bruna e ruggine nera, nelle fasi finali del ciclo. Non si sono riscontrati problemi rilevanti, invece, per le patologie a carico della spiga. Nonostante le criticità affrontate, però, le previsioni di resa e peso ettolitrico sono migliori rispetto a quelle degli ultimi anni, mentre ci si attende un contenuto proteico penalizzato, con ogni probabilità.
Nella foto in alto: Fiume Veneto. Foto di Maurizio Martinuzzi.
Autore: Azzurra Giorgio
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