I risultati della Rete Nazionale del frumento tenero, coordinata dal CREA, sono sotto la lente di ingrandimento anche per gli areali del Centro e del Sud Italia. Le rese eccellenti delle regioni centrali, in particolare nelle Marche, si contrappongono a quelle degli areali meridionali, con la Puglia che non torna a raggiungere produzioni interessanti. La triste congiuntura del mercato, però, porta alcuni agricoltori del Sud a considerare il frumento tenero come una possibile alternativa nelle semine del prossimo autunno.
Cosa ne pensano gli esperti del mondo della ricerca? Grano italiano ha raccolto i commenti del Prof. Massimo Blandino, del DISAFA – Università degli Studi di Torino, e del Prof. Michele De Santis, del DAFNE – Università degli Studi di Foggia.
Rese record nelle Marche
Nelle sue parole: «negli areali del Centro Adriatico, le condizioni meteorologiche dell’annata sono state estremamente favorevoli a sostenere tutte le componenti produttive del frumento, garantendo ottimi densità colturali e sviluppo della canopy. Le rese estremamente elevate raggiunte dalle località in prova sono però da ascrivere principalmente a un ottimo riempimento della granella in maturazione, come dimostrato dagli altissimi pesi ettolitrici registrati. Questi dati confermano l’importanza della difesa fungicida del frumento anche negli areali del centro; sebbene non sempre le condizioni ambientali possano determinare forti attacchi di malattie, questa pratica preventiva permette di proteggere gli apparati fogliari ed in particolar modo la foglia bandiera, migliorandone l’efficienza fotosintetica e valorizzando così gli interventi agronomici ed in particolar modo quelli di concimazione azotata, applicati in precedenza per favorire un buon sviluppo colturale».
Il futuro del tenero al Sud
«Le rese del frumento tenero in Puglia, in linea con quelle del duro, sono leggermente migliorate rispetto allo scorso anno, seppur con valori medi non particolarmente interessanti”. E’ il commento di Michele De Santis che, in merito alla possibilità di un possibile incremento delle superfici seminate a grano tenero nelle regioni meridionali, aggiunge: «negli areali del Sud, in generale, il frumento duro mostra comunque una migliore adattabilità sia per caratteristiche fenologiche (precocità) sia per la migliore resistenza al deficit idrico. A tali aspetti si aggiungono il minor valore di mercato che rendono il frumento tenero meno competitivo rispetto al duro, nel sud Italia».
Ci sono, però, delle aree a maggior potenziale di sviluppo, in particolare in contesti ambientali specifici. Nelle sue parole: «in areali dell’Appennino di alta collina o montagna, laddove le condizioni termopluviometriche siano più favorevoli, la coltivazione del frumento tenero rappresenta una migliore alternativa, specialmente finalizzata al raggiungimento di target qualitativi (proteici), più difficilmente raggiungibili in areali del centro-nord Italia. Una particolare attenzione va, comunque, posta alla difesa».
Autore: Azzurra Giorgio
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