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BUIO PESTO SULLA REVISIONE

Non si conoscono i responsabili dei controlli, le procedure e i requisiti

Il 24 febbraio 2025 è stato pubblicato il testo definitivo della Legge n. 15 del 21 febbraio 2025, cioè la conversione in legge con modificazioni del Decreto Milleproroghe (DL n. 202 del 27 dicembre 2024) che – all’articolo 19, comma 1-ter – stabilisce nuovi termini per la revisione periodica dei macchinari agricoli immatricolati in diversi anni.

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Tabella con le nuove scadenze per la revisione dei mezzi agricoli

 

Tanti punti oscuri

Allo stato attuale non si conoscono i responsabili dei controlli, le procedure di revisione e i requisiti richiesti per la messa a norma e,  pertanto, non è possibile  avviare la formazione dei tecnici addetti alla revisione, l’adeguamento delle officine e l’organizzazione dei centri di revisione. Sussiste inoltre, il pericolo latente dei controlli eseguiti dalle forze dell’ordine su strada, in quanto risultano alcune segnalazioni di sanzioni comminate durante i posti di blocco per l’assenza della revisione del mezzo agricolo in seguito ad interpretazioni “particolari e personali” dello stato dell’arte da parte di alcuni agenti addetti al controllo. L’accertamento della violazione è facilmente contestabile, vista la mancanza dei centri deputati alla revisione, ma l’iter del ricorso comporta comunque costi e impegno di tempo per il proprietario del mezzo.

Le problematiche

Per il resto, le problematiche legate alla revisione, sono attualmente vissute in modo antitetico nel settore agricolo; le aziende di grandi dimensioni (soprattutto del comparto risicolo) manifestano indifferenza al problema in quanto, negli ultimi anni, hanno provveduto a rinnovare in modo importante il loro parco macchine (sia in virtù della maggiore redditività, sia attraverso i finanziamenti dedicati es. 4.0) e pertanto si porranno il problema della revisione dopo il quinto anno dall’immatricolazione. Le aziende di estensioni più contenute (ad esempio del comparto cerealicolo) e che numericamente cubano molto di più rispetto alle precedenti, manifestano invece viva preoccupazione in quanto, in parte, utilizzano ancora molti mezzi che pur avendo in media 35-45 anni di età, si trovano ancora in condizioni di  buona  efficienza sia per  la loro semplicità costruttiva, sia per le minori ore di lavoro annue effettuate.

Per queste aziende, la sostituzione integrale del parco macchine in caso di esito negativo dei controlli di revisione, risulterebbe molto impegnativa economicamente, anche a fronte delle agevolazioni previste, in quanto le stesse hanno comunque portato ad una “lievitazione” dei prezzi di listino delle macchine nuove (e di riflesso anche di quelle usate).

Procedure di revisione

Nella definizione delle procedure di revisione dei macchinari agricoli, fermo restando i requisiti di base per la circolazione su strada (luci, girofari, ecc.), occorrerebbe fare delle valutazioni che tengano conto non solo dell’età ma anche della reale pericolosità dei mezzi più datati. Ad esempio, molti trattori immatricolati fino agli anni ’80, nei trasferimenti su strada pubblica raggiungono a malapena velocità massime di 25-30 km/h, hanno ingombri spesso contenuti e rimorchiano masse inferiori alle 10 t; situazione ben diversa, in termini di rischio, rispetto a trattori più recenti che viaggiano almeno a 40 km/h (ma che potenzialmente potrebbero anche superare i 50 km/h) e che però possono arrivare a rimorchiare masse superiori alle 30 t con ingombri anche importanti.

Anche il rischio di ribaltamento laterale (fermo restando la necessità di un telaio di protezione e della cintura di sicurezza), cambia drasticamente da terreni con giacitura pianeggiante, a terreni con giacitura collinare o di montagna (pascoli e boschi). Se la procedura di revisione non viene progettata con cognizione di causa, rischia di diventare un sistema coercitivo che obbligherà alla sostituzione dei mezzi, se l’impatto delle misure di adeguamento richieste sarà sproporzionato in termini di costi; in tale caso le aziende agricole di piccola e media estensione,  verrebbero messe in difficoltà e sarebbero a rischio chiusura salvo ricorrere ad altrettanto costose e rischiose forme di credito.

Alcune riflessioni

A tale proposito, è anche utile fare una riflessione generale sull’impatto economico in termini di effetto sull’inflazione,  generato dall’acquisto dei nuovi mezzi attraverso leasing e misure di credito dedicate (il cui utilizzo è pressoché inevitabile, in quanto, nonostante i contributi  previsti, i prezzi di acquisto rimangono comunque elevati).

Altra doverosa riflessione riguarda alcune statistiche in materia di agricoltura; molti costruttori e commercianti di macchine agricole supportano l’argomento della revisione facendo riferimento a statistiche nazionali in cui si citano circa 120 decessi annui dovuti ad incidenti sul lavoro nel settore agricolo  ma raramente viene fatta menzione dei casi di suicidio (I dati nazionali, altrettanto allarmanti, riportano circa 559 suicidi di lavoratori agricoli dal 2012 al 2017) nel settore agricolo spesso legati alle crescenti difficoltà economiche che incontrano le aziende.

Non resta che auspicare che la definizione delle future norme di revisione segua il detto latino “in medio stat virtus” !

Autore: Davide Vancetti – Studio Tecnico Agrario, email: davide.vancetti@gmail.com

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