Nelle prime sedute di mercato di luglio, a Bologna si registrano le prime quotazioni per il nuovo raccolto. I valori espressi rispetto agli ultimi registrati ad inizio giugno (vedi) sono in ribasso per il grano tenero e per il grano duro di maggior qualità alla voce “fino”. Per l’origine centro-sud, questo si assesta a 340 €/t lordi, un valore a cui si allinea anche il mercato di Foggia, con un calo di 6 €/t su base settimanale.
PROSPETTIVE AL RIBASSO PER DURO
Si osservano leggeri rialzi rispetto a un mese fa per le altre voci di grano duro, probabilmente a causa di una carenza più marcata di merce nazionale rispetto al prodotto con qualità merceologica ottimale. La siccità in buona parte delle zone produttive ha portato a una produzione ridotta, ma con un buon contenuto proteico ed esente da infezioni fungine. In generale, il raccolto di grano duro in Italia dovrebbe essere attorno ai 3 milioni di tonnellate, con un calo prossimo al 20%. Questo dato è influenzato dalle note difficoltà idriche e climatiche, ma anche da una riduzione delle superfici seminate, avvenuta lo scorso autunno in relazione a prezzi già allora poco invoglianti. Nonostante questi numeri, non ci si aspetta un mercato rialzista, a meno di forti scossoni geopolitici o impreviste difficoltà produttive su scala globale, viste le scorte ridotte.
Sono questi i principali fattori che influenzano il mercato del frumento duro, come riportato in una recente intervista a Carlotta De Pasquale, analista di Areté – The Agri-Food Company, pubblicata su AgroNotizie. Nell’intervista, l’esperta comunica che le produzioni globali sono in crescita secondo gli ultimi dati, con un aumento dell’11%, portando a un surplus di offerta che non suggerisce possibili futuri apprezzamenti. Raccolti in crescita si registrano in Usa, Canada, Spagna, Grecia, Turchia e Russia. I primi quattro hanno un’influenza diretta e consolidata sul nostro mercato. La Turchia dipende dalle scelte del governo locale e potrebbe essere la variabile impazzita dell’annata, capace di generare volatilità. Per la Russia, sappiamo delle maggiori barriere in entrata poste dall’Ue. Si potrebbe però avere una pressione ribassista indiretta, dovuta alla presenza di questa merce nel mercato globale utile a coprire la domanda di altri paesi importatori come quelli nord-africani.
MAGGIORE INCERTEZZA PER TENERO
Tutte le voci del grano tenero sono in calo, con differenze più marcate per le categorie merceologiche migliori. Ciò avviene in seguito ai continui deprezzamenti visti a livello globale di recente (leggi l’ultima analisi), capaci di influenzare i prezzi nonostante i raccolti nostrani non siano sopra la media. La qualità merceologica riscontrata alla trebbiatura è in larga parte deficitaria, specie per al nord-ovest. Ad est, le cose vanno meglio, anche se i giochi non sono ancora fatti. Per il prossimo futuro, le prospettive di prezzo sono incerte. Anche in Francia, mercato principale per il grano tenero in Ue, si riscontrano difficoltà alla raccolta capaci di ridurre le produzioni più del previsto. Questo andamento è dimostrato da un rallentamento nel calo delle quotazioni e dei future emessi oltralpe e nelle voci dedicate al prodotto comunitario.
La pressione ribassista è dovuta principalmente alla buona offerta del prodotto extracomunitario. Lo stato delle colture in Nord America e le stime di produzione in Russia registrano riscontri positivi. Attualmente, oltre l’80% dei campi di colture “primaverili” negli Usa e in Canada è in ottime condizioni vegetative. Anche l’Ucraina sembra avviata verso un buon raccolto, considerando la qualità della granella. Come avvenuto in Francia, tali andamenti trovano conferma nei listini, con prezzi sui mercati fisici e a termine ancora in forte calo.
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