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I RISULTATI DELLE PROVE FRUMENTO DURO

Leggi il commento degli esperti del Crea e tutte le tabelle

Da 51 anni la Rete nazionale di confronto delle varietà di frumento duro fornisce agli agricoltori informazioni utili sul comportamento produttivo e qualitativo delle principali varietà di frumento duro commercializzate in Italia. A tal fine, il CREA – Centro di Ricerca Cerealicoltura e colture Industriali di Foggia, coordina la realizzazione di numerosi campi sperimentali, dislocati nelle principali aree produttive italiane, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private operanti nei principali areali italiani.

Le parcelle sperimentali generalmente sono di 9-10 m2 e vengono seminate con un investimento unitario di 350-400 cariossidi germinabili/m2. Il protocollo agronomico è standardizzato e prevede una gestione in linea con gli orientamenti di tecnica colturali adottati nell’areale di riferimento ad eccezione dei trattamenti fitosanitari, ciò al fine di valutare anche la risposta delle varietà alle principali patologie.

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In questa nota e in quelle che seguiranno, vengono riportati i risultati della sperimentazione condotta nell’annata agraria 2023-24 riferiti a 26 campi sperimentali dislocati in 14 regioni e raggruppati in 6 areali: Sicilia (1 campi), Sardegna (4), Sud peninsulare (8), Centro-versante adriatico (4), Centro versante tirrenico (5) e Nord (4).

In ciascuna prova sono state saggiate 30 varietà ad eccezione delle prove condotte in Sardegna, dove il confronto ha riguardato 27 varietà, di queste 19 sono comuni a tutti gli areali mentre 11 varietà sono specifiche per gli areali del Sud e delle Isole ed 11 sono specifiche per gli areali del Centro-Nord Italia. Complessivamente quindi sono state valutate 41 varietà. Le cultivar in prova per il primo anno sono state 10: Catone, Fedele, Felsina e Tacito, testate in tutti i 26 campi della Rete; Bourbon, RGT Diogedur, RGT Festadur e RGT Grifodur valutate nei 13 campi del Sud e Isole e Intenso e Zante valutate nei 13 campi del Centro-Nord.

Scarica la Tabella degli enti che hanno partecipato alle prove.

Risultati produttivi e qualitativi degli areali

Sul risultato produttivo e qualitativo dei campi sperimentali ha inciso senza dubbio l’andamento climatico anomalo che ha caratterizzato l’annata 2023-24.

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Mentre le regioni settentrionali e parte dell’Italia centrale hanno sperimentato un clima caldo ma relativamente favorevole allo sviluppo della coltura grazie alle abbondanti piogge, il Sud è stato colpito duramente da un clima estremamente caldo e da una persistente condizione di siccità, con effetti negativi sulle rese.

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Nella tabella che troverete in basso, vengono riportati i valori medi registrati nella stagione 2023-24 per i principali caratteri produttivi e qualitativi. I dati sono stati suddivisi per ciascun areale e confrontati con la media del poliennio 2019-2023.

La resa media dei 6 areali è stata di 4,67 t/ha, circa il 14% più bassa rispetto a quella registrata nel quinquennio precedente (5,42 t/ha). Le rese più basse sono state registrate in Sicilia (0,81 t/ha, -85%, rispetto al poliennio) a causa della drammatica condizione di siccità che ha interessato principalmente le zone della Sicilia Centro orientale; mentre le rese più alte sono state registrate nell’areale Centro adriatico (7,16 t/ha) che, al contrario, si è avvantaggiato delle di temperature miti e delle piogge abbondanti e ben distribuite durante tutto il ciclo di sviluppo della coltura. Anche sul versante Centro tirrenico, la resa media è stata buona, pari a 5,37 t/ha, ossia il 17,4% in più rispetto alla media quinquennale. Un significativo decremento, rispetto al quinquennio precedete, invece, è stato registrato al Nord ed in Sardegna mentre una riduzione più contenuta ha interessato l’areale Sud peninsulare (-3%).

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L’anomalia termica registrata nel corso della stagione colturale ha anticipato l’epoca di spigatura in tutti gli areali. L’anticipo più significativo è stato registrato nelle regioni del Sud e nelle Isole (10 vs 33 giorni dal 1° aprile), mentre nell’areale Nord è stato più contenuto (33 vs 35 dal 1° aprile). L’effetto prodotto dalla siccità in Sicilia si evince chiaramente dalla mancata crescita delle piante in altezza (37 vs 83 cm). Solo nei tre areali del Centro-Nord le piante hanno raggiunto e superato i valori medi di altezza del poliennio 2019-2023.

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Tra i parametri qualitativi analizzati, il peso ettolitrico è stato quello che si è discostato meno rispetto ai valori del poliennio (79,5 vs 80,9 kg/hL).

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Tuttavia, sono emerse delle differenze significative soprattutto nell’areale Nord, dove le piogge persistenti anche durante la raccolta hanno inciso negativamente su questo parametro (75,5 vs 79,7 kg/hL).

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Per quanto riguarda il contenuto proteico della granella, il risultato è stato mediamente alto in tutti gli areali. In Sicilia e Sardegna sono stati registrati i valori di proteine più alti, con incrementi rispettivamente del 18 e 30%, mentre in tutti gli areali del Centro-Nord è stato registrato un decremento compreso tra il 2 (Nord) ed il 10% (Centro adriatico). Nell’areale Sud peninsulare i valori rilevati sono stati pressocché in linea con quelli di lungo periodo (14,0 vs 13,8 % s.s.).

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Risultati produttivi e qualitativi delle varietà

Nella tabella, sono riportati i valori medi dei principali caratteri rilevati per le 30 varietà testate nei 3 areali del Sud e nelle Isole. RGT Aventadur è stata la varietà più produttiva con un indice di resa di 113 ed una produzione superiore alla media in 11 dei 13 campi totali realizzati, seguita da RGT Jasdur e Antalis, con un indice di resa di 108 ed una media superiore a quella di campo, rispettivamente in 11 e 10 dei 13 campi totali. Anche RGT Festadur, SY Nilo e Iride hanno fatto registrare indici di resa media elevati (>=105) seguite da Fedele, Gregorio, President, RGT Grifodur e SY Leonardo, tutte con un indice di resa di 104.

In generale, le varietà a ciclo medio-precoce hanno avuto le performance migliori dal punto di vista produttivo. Considerato il regime termico anomalo registrato durante la stagione colturale, infatti, l’anticipo della chiusura del ciclo ha permesso a queste varietà di raggiungere un migliore grado di riempimento dei semi. L’andamento climatico ha limitato anche la crescita in altezza delle piante ed in questo contesto Federico II, Bourbon, Sherekhan e Fuego sono state quelle che hanno fatto registrare i valori maggiori per questo carattere. Per quanto riguarda il tenore proteico, Bering, Maciste, Catone, Bourbon e Marco Aurelio hanno mostrato tutte valori superiori a 15,0%. Tra le altre varietà di nuova costituzione, oltre a Catone e Bourbon, anche Felsina, Tacito e Fedele hanno evidenziato valori di proteine uguali o superiori alla media del macro-areale (14,5%).

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Nella tabella seguente sono riportati i valori medi dei principali caratteri rilevati nel 2022-23 per le 30 varietà comuni testate nei 3 areali Centro-Nord. Le varietà più produttive, sono state Anvergur, RGT Voilur, Fedele, Catone, Zante e Antalis (valori di indice di resa uguale o superiore a 105). Tra esse, Anvergur e Zante hanno mostrato una elevata stabilità di resa superando la media di campo in tutte e 13 le località di prova, seguite da RGT Voilur (12 campi su 13), Catone (11 campi su 13) e Fedele (10 campi su 13).

Tra le varietà al primo anno di prova, alle buone performance produttive delle varietà Fedele, Catone e Zante, si è aggiunta quella della varietà Tacito con un indice di 104 ed una produzione superiore alla media di campo in 10 dei 13 campi. Intenso è stata la varietà con la taglia più alta (oltre 100 cm), seguita da Amarcord, Catone, Federico II, Anvergur e Fuego, mentre Iride e SY Leonardo sono state quelle con la taglia più bassa seguite da RGT Voilur, Zante e LG Fructis.

Il peso ettolitrico medio registrato nell’areale Centro-Nord è stato di 78,9 kg/hL, più alto rispetto al valore dello scorso anno (74,5 kg/hL). Tra le varietà testate, Amarcord ha fatto registrare il valore più elevato (81,7 kg/hL), confermando la buona performance dello scorso anno, seguita da Fedele, Tacito,  Intenso e Platone. Per quanto riguarda il tenore proteico della granella, Intenso, al primo anno di prova, è stata la varietà con il tenore proteico più elevato (14,6%), seguita da Claudio e Federico II (14,5%) e poi da SY Indren, Gregorio, Aleandros, Bering e President, tutte con valori uguali o superiori a 14,0%.

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Autori: Pasquale De Vita, Ivano Pecorella, Fabio Fania e Nicola Pecchioni
CREA Centro di Ricerca Cerealicoltura e colture Industriali

Le fotografie sono di Patrizio Spadanuda

Leggi l’articolo con il commento sui risultati nazionali della Rete tenero 2024

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