In occasione del convegno di presentazione dei risultati conclusivi del progetto DICO-SOS, Enrica Allevato, dell’Università degli Studi di Ferrara (Dip. Scienze dell’ambiente e della prevenzione) ha presentato le problematiche sulla salute dei suoli e il relativo ruolo dell’agricoltura conservativa.
La salute dei suoli europei
A causa di processi naturali o antropici, infatti, i suoli possono intraprendere un processo di degrado che potrà alla riduzione o alla scomparsa di importanti funzioni dell’ecosistema. Per degrado si intende la perdita di qualità fisiche, chimiche e biologiche dei suoli. Sulla base di 19 indicatori del degrado del suolo elaborati dall’EU Soil Health Dashboard è possibile affermare che ben il 62% dei suoli europei non è in buone condizioni di salute. In particolare, il 24% dei suoli dell’Unione Europea è soggetto a un processo di degrado, il 16% a due, il 10% a tre, il 5% a quattro. L’imamgine seguente mostra il fenomeno, in particolare indicando l’elevatissimo livello del degrado dei suoli destinati all’agricoltura. Sono proprio gli usi esistenti dei suoli a determinare le pressioni su di esse, causa dei fenomeni di degrado, oltre alle politiche pubbliche che ne definiscono la gestione.
Enrica Allevato ha mostrato anche la mappa del contenuto di carbonio organico (OC) nell’orizzonte superficiale dei suoli in Europa: le aree più scure corrispondono a contenuti più elevati. Si noti come le zone più scure siano concentrate in Estonia, Fennoscandinavia, Irlanda e Regno Unito, in corrispondenza delle torbiere.
Come ha commentato la ricercatrice: «il 45% dei suoli contiene meno di 2% di OC. Il 74% dei terreni dell’Italia Meridionale ha un orizzonte di superficie (0-30 cm) che contiene meno del 2% di OC (3,4% di sostanza organica). Si tratta di un dato importante ed è ormai chiaro che la diminuzione del contenuto di materia organica in molti suoli dell’Europa meridionale , a causa dele coltivazioni intensive , è diventata un importante di processo di degrado del territorio».
Il degrado dei suoli agrari in Italia
Focalizzandosi, poi, sull’Italia, è stato confermato come le maggiori preoccupazioni per gli scarsi livelli di sostanza organica siano concentrate in regioni come la Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Sicilia. In particolare, in Emilia Romagna vaste aree agricole presentano valori di carbonio organico minori dell’1,5%. La mappa della Regione, riportata qui di seguito, mostra la diffusione delle aree con minore contenuto di carbonio organico in colore rosso.
E’, quindi, chiaro come l’agricoltura sia chiamata a giocare un ruolo fondamentale nel percorso di risanamento dei suoli nel nostro paese e in Unione Europea. La ricerca si concentra da anni sulla ricerca di pratiche e tecniche in grado di sostenere la presenza della sostanza organica, con relativi benefici in termini di qualità e quantità delle produzioni. Anche le politiche pubbliche si occupano da tempo di salute del suolo; a titolo di esempio, ricordiamo il lavoro del Consiglio e del Parlamento Europeo sulla Direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo, a partire dalla proposta del 2023.
La nostra analisi, infatti proseguirà con un approfondimento sull’agricoltura conservativa e sulla ricerca del progetto DICO-SOS che ha inteso, tra gli altri obiettivi, confrontare gli effetti di diverse pratiche di lavorazione sulla salute del suolo.
Leggi l’articolo sui risultati del progetto DICO-SOS.
Fonte: Fondazione Navarra
Autore: Azzurra Giorgio
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