Il frumento, come tutti i cereali autunno-vernini, si adatta efficacemente a tecniche di lavorazione del terreno semplificate come la discissura, la minima lavorazione e la non lavorazione che include la semina su sodo. I motivi principali si riconducono a diversi fattori:
– Il ciclo biologico si svolge in periodi con una piovosità che riduce gli stress idrici e mantiene l’umidità del suolo a livelli ottimali. L’apparato radicale, quindi, si espande facilmente anche in terreni compatti, con alta resistenza alla penetrazione.
– L’apparato radicale riesce a svilupparsi anche con porosità di dimensioni ridotte.
– Sul mercato sono disponibili numerosi principi attivi per il controllo della maggior parte delle infestanti tipiche di queste colture.
Le lavorazioni ridotte possono preservare la produttività di questi cereali, purchè si mantenga un efficace controllo delle infestanti e si operi in un contesto agronomico che garantisca la gestione dell’eccesso di acqua. In particolare, i livelli di produttività sono comparabili a quelli ottenuti con lavorazioni convenzionali, questo in condizioni di siccità durante il periodo di riempimento delle cariossidi e in suoli con una buona percentuale di argilla.
Sistema di lavorazione per il frumento
La semina su sodo è parte integrante del sistema di lavorazione non convenzionale più estremo, ovvero il cosiddetto no tillage/non lavorazione. Le diverse possibilità sei sistemi di lavorazione possono includere, a partire dalle pratiche più convenzionali: l’aratura profonda, la lavorazione a due strati, l’aratura superificiale, la discissura, la minima lavorazione e la non lavorazione.
Ad esempio, all’aratura profonda con bivomere a 45-50 cm potrebbero seguire, in relazione alla tessitura del terreno e alla sua umidità, tre interventi di erpice a dischi per ottenere una zollosità idonea ad una normale seminatrice a file. La classica aratura profonda può essere sostituita con una superficiale a circa 30 cm, con un aratro trivomere: questo implicherebbe una riduzione del numero di interventi con erpice frangizolle, con un risparmio dei tempi di impianto del 38% e del gasolio di circa il 42%.
Passando alla minima lavorazione, con due passaggi di erpice a dischi si ridurrebbe drasticamente l’onerosità. E’ con il sistema di non lavorazione che si otterrebbero i risultati più interessanti. Sebbene questo richieda l’applicazione di un erbicida di pre-semina e l’uso di una seminatrice da sodo, i tempi di impianto per il frumento si ridurrebbero a 1,5 ore per ettaro. L’impiego di combustibile fossile, poi, si ridurrebbe di circa l’84%.
Tempestività della semina su sodo
Ai benefici della riduzione dei costi per manodopera e gasolio si aggiunge il notevole incremento della tempestività di intervento. Questo ha una enorme importanza considerato il limitato periodo di tempo utile per effettuare le semine dei cereali autunno vernini, in una stagione in cui le piogge possono impedire l’accesso in campo per diversi giorni. Infatti, i migliori risultati produttivi di queste colture si ottengono con semine nel mese di novembre. La tempestività di intervento giova a maggior ragione nelle aziende più grandi, così da poter concludere le semine in pochi giorni. E’ dimostrato come sia possibile seminare su sodo a frumento anche fino a 10 ettari di terreno pianeggiante al giorno.
Fonte: Agronomia, a cura di P. Ceccon, EdiSES
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