La siccità spaventa la Sicilia. E a farne le spese sono soprattutto gli agricoltori e i loro raccolti. Ecco due voci che testimoniano la situazione del grano duro.
Il contesto
Durante l’inverno i bacini non si sono riempiti a sufficienza. Ora, su proposta dell’assessore all’agricoltura Salvatore Barbagallo, la Giunta regionale ha approvato una nuova dichiarazione dello stato di crisi per la durata di un anno. Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha nominato commissario per gli interventi urgenti a favore degli agricoltori e degli allevatori siciliani il dirigente generale del Dipartimento agricoltura Fulvio Bellomo. Il suo compito sarà individuare gli interventi strutturali da eseguire con urgenza per fronteggiare la siccità della Sicilia, a salvaguardia delle produzioni agricole e degli allevamenti.
Cereali e animali
Giuseppe Rabbeni è un cerealicoltore che gestisce un’azienda cerealicolo-zootecnica, coltivando circa 40 ettari e allevando bovini da carne
«Sul fronte siccità qui in Sicilia, rispetto all’anno scorso è abbastanza migliorata la situazione. Però è presto. Tra qualche mese si vedrà meglio com’è la situazione. Al momento gli animali bevono ancora poco perché non ci sono altissime temperature. I problemi saranno tra una ventina di giorni».
Rabbeni ricorda che lo scorso anno ha piovuto molto poco, con alcune differenze fra diverse zone. «Io sono nell’entroterra – continua – a metà tra la montagna e la marina. Quando piove in montagna anche nella mia zona ci sono più probabilità di precipitazioni rispetto a una zona costiera. Ma la siccità qui in Sicilia è una paura di tutti i giorni, non è una paura solo del periodo di giugno. Dalla semina fino alla raccolta ci vuole l’acqua, che è fondamentale in tutte le fasi. Certe volte magari viene quando non dovrebbe venire, però non ce l’abbiamo noi il comando. Ma senza acqua, nella mia zona, non si può fare agricoltura».
Una prospettiva diversa
Alessandro Same ha un’azienda a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento. Rispetto al collega, dice che «siccità quest’anno in Sicilia non ce n’è stata troppa. Il tempo è stato abbastanza idoneo per quanto riguarda sia foraggio e sia il grano a livello di siccità. In linea di massima non ci possiamo lamentare, su questo».
Il tempo, però, non ha sempre aiutato e i risultati si vedono su una resa che sarà al di sotto delle aspettative. «La pianta di grano – dice – come situazione fisica è perfetta, è buona, solo che a livello di produzione non stiamo superando i 35 quintali a ettaro. Un 45-50 quintali si poteva fare. Ma nel periodo di Pasqua ci sono stati tre giorni di scirocco che hanno rovinato la fase di allegagione».
Autore: Rachele Callegari
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