Il 24 aprile, il Parlamento Europeo ha votato a favore della revisione del regolamento sui piani strategici della Pac con 425 voti favorevoli, 130 contrari e 33 astensioni. I deputati hanno accettato le modifiche tecniche proposte dal Consiglio e approvate dalla Commissione Agricoltura del Parlamento il 15 aprile 2024. La Commissione aveva presentato una proposta il 15 marzo 2024 per modificare due regolamenti relativi alla politica agricola comune: il regolamento sui piani strategici e il regolamento orizzontale, come risposta alle proteste diffuse degli agricoltori contro gli oneri amministrativi e i requisiti ambientali della Pac. La proposta mira a ridurre i requisiti ambientali che gli agricoltori devono soddisfare per ottenere i pagamenti diretti. Tuttavia, secondo il presidente della Società Agraria di Lombardia, queste presunte “semplificazioni” non semplificano affatto la vita degli agricoltori. «Queste sedicenti “semplificazioni” non semplificano nulla – ci dichiara -. Se proprio vogliamo “semplificare” dovremmo osservare che il titolo medio PAC per le aziende italiane è di circa 165 euro per ettaro. Applicato ad una superficie media nazionale di 11 ettari, significa 1800 euro circa di contributo PAC all’anno. A forza di “semplificazioni” (ultima della serie il quaderno di campagna telematico obbligatorio), il costo della pratica e degli adempimenti accessori è pari o superiore alla “sovvenzione”. Non va meglio nei settori in cui è previsto un contributo “accoppiato” alla coltura praticata (come nel caso del riso) in cui il costo del seme certificato obbligatorio è casualmente lievitato fino a eguagliare (e in qualche caso a superare) il valore del “premio”. La realtà è che questa PAC serve a sostentare un sistema burocratico-amministrativo enorme che vive sulle spalle degli agricoltori cui solo apparentemente sono destinate le “sovvenzioni”. Non andrebbe gattopardescamente “semplificata” ma radicalmente rivista».
Novità significative sulla PAC
Vediamo come Bruxelles presenta questa operazione. Tra le novità più significative, le condizionalità ambientali riviste possono essere utilizzate per richiedere il sostegno dell’UE già nel 2024. È prevista la possibilità di maggiori esenzioni da alcune norme Pac in caso di condizioni meteorologiche estreme. Infine, le aziende agricole di dimensioni minori saranno esentate dai controlli e dalle sanzioni per il mancato rispetto di alcune norme.
Il regolamento deve ora essere approvato dal Consiglio. La Presidenza belga del Consiglio ha comunicato al Parlamento che, se gli eurodeputati approveranno la proposta nella forma concordata dalla Commissione speciale agricoltura del Consiglio, il Consiglio adotterà lo stesso testo.
Dopo l’approvazione del Consiglio, la legge sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà immediatamente in vigore. Gli agricoltori potranno già applicare le condizionalità ambientali riviste per le loro richieste di sostegno finanziario dell’UE nel 2024.
La revisione della Pac modifica le regole per le tre condizionalità ambientali che gli agricoltori devono rispettare per ricevere i finanziamenti. Inoltre, prevede una maggiore flessibilità per i singoli stati nel concedere esenzioni dalle norme della Pac in caso di problemi di applicazione e in caso di problemi causati da condizioni meteorologiche estreme. Le piccole aziende agricole al di sotto dei 10 ettari saranno esentate dai controlli e dalle sanzioni per il mancato rispetto di alcune norme della Politica agricola comune.
Tra le principali novità, c’è l’esclusione, per quest’anno, dell’obbligo di destinare il 4% delle superfici aziendali ad elementi non produttivi per chi aderisce alla Pac e si occupa di seminativi. Questa percentuale poteva essere ottenuta sia destinando una parte della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) aziendale all’incolto (ritiro dalla produzione dal primo gennaio al 30 giugno), sia conteggiando, in sede di presentazione della domanda unica, elementi caratteristici del paesaggio, come fossati, boschetti, muretti a secco, e così via.
La Commissione Europea ha stabilito che le aziende agricole possono derogare all’obbligo di destinare una parte delle loro superfici ad elementi non produttivi per tutto il 2024 (Regolamento 2024/587 del 12 febbraio 2024), a condizione che le superfici interessate siano coltivate con specie azotofissatrici (come la soia o il favino) o con cover crop (meglio definite come colture secondarie), da coltivare senza l’uso di prodotti fitosanitari per mantenere gli obiettivi ambientali della Pac.
È importante notare che ogni elemento non produttivo ha un proprio coefficiente di ponderazione, che riflette il suo contributo ambientale. Ad esempio, un fossato ha un coefficiente di ponderazione di due, mentre un muretto ha un coefficiente di ponderazione di uno. Di conseguenza, un fossato lungo mille metri e largo 5, che contarebbe per 5000 metri quadri nel calcolo del 4%, viene raddoppiato a 10000 metri quadri a causa del suo valore ambientale.
È fondamentale anche tenere presente che il 2023 è considerato come l’anno base (baseline) per le nuove disposizioni della Pac, poiché molti obblighi hanno una durata biennale.
Un paio di esempi
Per comprendere meglio le novità, possiamo illustrare due esempi: la Bcaa 7 e l’Ecoschema 4.
La Bcaa 7 introduce l’obbligo di rotazione delle colture nei seminativi, vietando di seminare la stessa coltura per due anni consecutivi sullo stesso appezzamento. Questa norma ha un impatto significativo su alcuni areali produttivi nelle aree tradizionali delle colture più importanti. Per il 2023 è stata introdotta una deroga chiamata deroga Ucraina. Pertanto, il 2024 è il primo anno in cui entra in vigore l’obbligo di rotazione. Con una decisione presa lo scorso gennaio, è stato permesso l’utilizzo delle cover crop (come senape, rafano o favino) per soddisfare l’obbligo di rotazione. Chi coltiva mais, ad esempio, può piantare ancora mais l’anno successivo solo se i campi sono coperti da una coltura secondaria per almeno novanta giorni durante l’inverno.
L’Ecoschema 4 riguarda anche la rotazione delle colture, ma non è soggetto alla deroga Ucraina e introduce obblighi più stringenti. Quindi, chi ha incluso nell’anno 2023 l’Ecoschema 4 nella domanda unica (e non ha piantato una coltura secondaria durante l’inverno) dovrà cambiare coltura nel 2024, altrimenti sarà soggetto a sanzioni.
È importante anche considerare le sanzioni: per chi non rispetta una Bcaa o un Cgo, la prima infrazione comporta una decurtazione del 15% di tutti gli aiuti Pac ricevuti (sia dal Primo che dal Secondo Pilastro). La seconda infrazione porta a una decurtazione del 45% e la terza infrazione al 90%. Se vengono commesse due infrazioni, già dalla prima si perde il 30%, poi il 90% e infine il 100%. Per gli Ecoschemi, la sanzione per ogni violazione accertata è del 30%, del 50% o del 100% a seconda della gravità, dell’entità, della durata e della ripetizione. Per il 2023, l’applicazione delle sanzioni è sospesa solo se l’infrazione è di lieve entità e il beneficiario inadempiente presenta domanda nel 2024 per lo stesso regime.
Se i beneficiari per i quali la sanzione è stata sospesa nel 2023 compiono ulteriori violazioni nel 2024, la sanzione sospesa per il 2023 verrà applicata unitamente a quella comminata per il 2024.
I Regimi per il Clima e l’Ambiente si sono rivelati essere più complessi da gestire di quanto emerso al momento della presentazione, con il rischio, nel caso di mancato rispetto degli impegni, di essere sottoposti a sanzioni.
Cambiamenti anche sul fronte dei pagamenti: l’Ecoschema 2 ha visto versamenti nel 2023 più alti di quelli previsti (133 euro a fronte di 120), come anche l’Ecoschema 3 (238 euro contro 220) e l’Ecoschema 5 (nei seminativi 659 euro contro i 500 previsti), quest’ultimo con controlli sempre più stringenti perché considerato quello più soggetto a frodi. L’Ecoschema 4 ha visto al contrario dimezzare i pagamenti (49 euro invece di 110), visto le tante aziende che hanno aderito. Si tratta però di un Ecoschema che sta sollevando molti malumori in quanto non tutti hanno percepito la portata di tale impegno, che di fatto impegna l’azienda per due anni.