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PLV: MENO 1.000 € AD ETTARO

Viaggio in Italia sulle intenzioni di semina: proseguiamo nelle Marche

semina marcheProseguiamo il nostro viaggio in Italia in cui intervistiamo i cerealicoltori, dal Nord al Sud, sulle intenzioni di semina. Abbiamo raggiunto questa volta Alessandro Bettini (nella foto), della Società Agricola Fenice di Senigallia (AN), che conduce 340 ha di cui circa la metà destinati a frumento duro. A differenza di tante regioni italiane, le Marche hanno visto nel 2024 un raccolto record, non solo per le rese elevate ma anche per la qualità spesso eccezionale, sicuramente ideale per la pastificazione.

Abbiamo chiesto ad Alessandro Bettini, che è anche Vice Presidente di Confagricoltura Ancona, le sue intenzioni di semina per il prossimo autunno. Abbiamo approfondito le motivazioni e le condizioni che sostengono le sue scelte. Alla conferma delle superfici seminate si accompagna, comunque, la consapevolezza di una forte riduzione della redditività che coinvolge tutto il territorio italiano. La concessione del ringrano potrebbe aiutare numerosi agricoltori, vediamo come.

Alessandro, riguardo al frumento, quanto e cosa seminerà il prossimo autunno?

Come ogni anno, anche il prossimo, seminerò il frumento duro, impegnando più o meno la medesima superficie, equivalente al 50% circa della SAU aziendale.

Quali motivazioni sono dietro la sua scelta?

Nella nostra regione il grano duro rappresenta la coltura “principe” e l’unica che può, probabilisticamente parlando, assicurare un po’ di reddito. Questo anche grazie anche ad una serie di sostegni forniti a chi aderisce ad un contratto di filiera.

Quali sono le criticità prioritarie per la prossima stagione?

Non so prevedere quali siano le criticità ma, sicuramente, posso rilevare la stabilizzazione a livelli alti dei prezzi dei mezzi tecnici, impennatisi dopo il periodo Covid. Al contrario, il prezzo del frumento duro è relativamente basso,  attualmente intorno ai 280 euro più IVA a tonnellata per quello di qualità più alta. Si tratta di circa 100 euro a tonnellata in meno rispetto allo stesso periodo del 2023; circa 200 euro a tonnellata in meno rispetto allo stesso periodo del 2022 e 2021.

Insomma, è evidente che la principale criticità sia la remunerazione del prodotto, seppure di qualità alta: rispetto a 2-3 anni fa c’è un calo di PLV di oltre 1.000 euro ad ettaro, in un momento in cui tutti i costi sono in aumento.

Quali sono le alternative di reddito possibili nel suo areale?

La restante superficie, quella dedicata alle colture da rinnovo, nel nostro territorio non offre molta scelta per la maggior parte delle aziende che si trovano in collina asciutta. In più, colture come girasole, coriandolo, sorgo, colza, per motivi simili non riescono ad assicurare un guadagno minimo all’azienda. Con l’introduzione dell’aridocoltura nella nostra regione, grazie ad una importante azione di lobby da parte di Confagricoltura Marche, e con le deroghe previste alla PAC nel 2024, che si estenderanno anche per il 2025, dal prossimo anno sarà consentito praticare, entro certi limiti, il ringrano.
Questa pratica è molto diffusa nella regione proprio per mancanza di alternative. Questo potrebbe favorire un piccolo incremento di superfici destinate a questa coltura.

Foto di Alessandro Bettini

Autore: Azzurra Giorgio

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