Prosegue l’analisi sulla sperimentazione mirata a verificare le modalità per rallentare i processi di senescenza del frumento e prolungare lo stay green, per sostenere la produttività del frumento (leggi la prima parte). Il Prof. Massimo Blandino, docente dell’Università di Torino (DISAFA) e membro del Consiglio Direttivo di AISTEC, ci racconta i risultati del lavoro svolto dal suo gruppo di ricerca. Lo studio ha fatto emergere l’importanza della difesa nel garantire la funzionalità fogliare e le rese in granella.
AISTEC, Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali (www.aistec.it) è partner di Grano italiano.
Effetti sulla funzionalità della foglia
Il Prof. Blandino ci spiega che per valutare la funzionalità della foglia è stato misurato l’indice di vegetazione NDVI (Normalized difference vegetation index) nel corso del ciclo colturale: «nelle fasi tra la spigatura e la senescenza completa, la difesa della sola spiga e quella combinata hanno determinato un sensibile incremento dell’indice NDVI nella biomassa fotosinteticamente attiva. Questo vantaggio si nota bene dall’inizio della maturazione lattea, ampliandosi durante la maturazione cerosa. Esso, quindi, dipende dalla sanità dei tessuti durante tutta la seconda parte del ciclo colturale. Perciò possiamo affermare che l’efficacia delle strategie di difesa fungicida si può valutare considerando il vantaggio cumulato in termini fotosintetici che la protezione della foglia determina nel corso dello sviluppo colturale».
Analiticamente, questo vantaggio si può misurare calcolando l’area sottostante la curva dell’indice NDVI nell’arco delle varie fasi fenologiche. Questo indice aumenta in un +4% con il trattamento fungicida solo in fioritura e in un +8-12% con il doppio trattamento, rispetto a un testimone non trattato.
Più verde vuol dire più resa
La sperimentazione svolta in campo ha confermato i risultati osservati sull’attività fotosintetica anche sui valori produttivi: in particolare, le parcelle che hanno subito i trattamenti alla fioritura hanno mostrato un incremento produttivo del 10% rispetto a quelle non trattate, mentre le parcelle con doppio trattamento hanno prodotto con aumenti tra il 20 e il 27%. Il Prof. Blandino ci spiega che «gli effetti sono stati misurati sui valori del peso dei 1000 semi: la componente della resa influenzata, quindi, risulta essere il grado di riempimento della cariosside al termine della maturazione. Non si sono registrati effetti significativi sul contenuto in proteine della granella: la difesa, quindi, se ben condotta può favorire un parallelo maggiore accumulo di amido con quello di glutine nella granella».
Questi effetti positivi sulla resa si sono osservati anche in una stagione con attacchi fungini non particolarmente intensi: infatti l’incremento dell’indice NDVI nelle parcelle trattate con fungicidi si è rivelato significativamente correlato con la produzione di granella: + 10% di NDVI corrisponde a +1,5 ton/ha di granella.
I risultati della sperimentazione, secondo il Prof. Blandino, sottolineano come «i vantaggi agronomici della difesa si manifestino nel ritardare la senescenza e, quindi, nell’incremento dell’efficienza fotosintetica dei tessuti fogliari. Ma i vantaggi sono anche qualitativi, in quanto la corretta difesa consente di valorizzare appieno gli interventi più tardivi di fertilizzazione azotata e, quindi, potenziare gli aspetti tecnologici».
Autore: Azzurra Giorgio
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