Le tendenze descritte nella scorsa analisi (LEGGI) si consolidano nell’ultima settimana di mercato. Nulla si smuove per il frumento duro, con prospettive sempre più negative ed il rientro dell’offerta turca nei mercati internazionali. Ancora lievi rialzi per il frumento tenero nazionale, sempre relativi alle classi merceologiche inferiori.
RIENTRA L’OFFERTA TURCA, PEGGIORAMENTI IN VISTA PER DURO
I produttori nazionali di frumento duro sembrano destinati a vendere ai prezzi attuali, con maggior propensione al calo che all’apprezzamento nel prossimo futuro. I molini nostrani si sono confermati anche ad ottobre i principali compratori della merce canadese secondo quanto riportato dalla Commissione per lo Sviluppo del Grano del Saskatchewan. Nelle scorse settimane questi mercati sono stati in crescita ma le quotazioni nelle borse merci della Penisola sono rimaste invariate. Ora in Nordamerica, principale fonte di approvvigionamento per i trasformatori italiani, i prezzi sono in contrazione e non ci si attende prossimi apprezzamenti, considerando anche la chiusura dei porti del Nord con l’arrivo dell’inverno. Nel contempo sembra tornare competitivo anche il mercato turco, con la notizia di un’asta di vendita per il Nord Africa conclusasi a 330 €/t. Altro fattore negativo è la continua diminuzione nei noli di trasporto, che rendono ancor più a basso costo la merce importata.
Nei listini in analisi di Milano e Bologna si resta su quotazioni invariate ma si registrano leggeri cali in alcune sedi del Mezzogiorno. Lievi deprezzamenti anche nei listini comunitari, spagnoli e greci, in seguito ad un calo nella domanda, focalizzatisi sulla merce di importazione transoceanica. Un contesto che non può far altro che creare rabbia tra gli agricoltori italiani che coltivano questo cereale, reduci da un’annata agronomica difficile con produzioni scarse. Questo sta portando a importanti cali nell’investimento, di cui ne abbiamo la certezza pur non conoscendo la reale entità.
TENERO POSITIVO, CORRONO I SOTTOPRODOTTI
Nel mercato del tenero ancora apprezzamenti per le classi fino, mercantile, panificabile, biscottiero e altri usi, mentre resta stabile il prodotto superiore e di forza. Si conferma così la tendenza descritta di recente, con scambi che procedono e ritmi in linea con la consuetudine. Questi andamenti positivi stanno portando ad un buon investimento alla semina per la prossima campagna. Sviluppi che scaturiscono dalla minor offerta di origine comunitaria e da prospettive in peggioramento per le produzioni del bacino del Mar Nero. In Francia si registrano apprezzamenti più importanti di quelli nostrani, tra i +4 ed +6 €/t, confermati da variazioni per il prodotto comunitario anche nei listini di Milano e Bologna. Al di fuori dell’Ue, oltre alle difficoltà per Russia e Ucraina, le stime dell’Usda lasciano presagire più domanda che offerta per il prossimo futuro. Unico fronte positivo (negativo per le quotazioni) il Sud America, da cui ci si attende produzioni ottime.
Chiudiamo menzionando i sottoprodotti, ormai da tempo in forte ascesa, attorno ai 10 €/t ogni settimana. Questo potrebbe testimoniare come anche la trasformazione prosegua a ritmi inferiori rispetto al consueto, portando a minor disponibilità di scarti. Un contesto che denuncia un aumento anche nelle importazioni di prodotto finiti, che intacca negativamente non solo i produttori ma quasi tutta la filiera.