Con Alberto Lipparini, direttore di Assosementi (nella foto), facciamo il punto sul mercato sementiero e sulle sue evoluzioni. L’Associazione Italiana Sementi, che riunisce oltre 160 aziende del settore, è ferma sul ribadire la necessità di una svolta nella ricerca e nello sviluppo del comparto sementiero in Italia, sottolineando la necessità di un maggiore sostegno alle attività, anche con l’istituzione di un tavolo permanente di confronto e di un fondo per la ricerca, partecipati non solo dal pubblico ma anche dal privato. Le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) per Assosementi possono essere la chiave di volta ma serve giungere ad una conclusione nella discussione sulla regolamentazione a livello europeo. Primo tra tutti, gli stakeholder coinvolti devono contribuire a sciogliere il nodo della brevettazione.
Alberto Lipparini ha risposto alle nostre domande in seguito alla partecipazione a Fieragricola Tech 2025, occasione in cui l’associazione ha presentato le sue strategie digitali per innovare il segmento sementiero e le sue posizioni sulla ricerca. Le principali associazioni della filiera agroalimentare italiana, infatti, hanno firmato il “Manifesto per la Promozione delle TEA per il sostegno al Made in Italy” promosso proprio da Assosementi.
Alberto Lipparini, a Fieragricola Tech avete presentato le vostre soluzioni per digitalizzare le filiere: di cosa si tratta?
«Una delle soluzioni presentate è dedicata alle filiere orticole ed è in grado di garantire la tracciabilità completa delle produzioni, dal seme al prodotto finito, non solo a favore del consumatore ma anche a tutela di tutti gli operatori coinvolti. Road to quality, così si chiama il sistema sviluppato con il supporto di GESAG, è disponibile per tutti gli operatori che volessero implementarlo nella propria attività, al solo costo di integrazione con i sistemi digitali già in uso nella propria azienda. Si tratta di un software gestionale che segue il prodotto in tutti i passaggi commerciali, dalla riproduzione del seme fino alle fasi finali della distribuzione, anche con l’aiuto della blockchain».
Poi c’è la piattaforma “Mappatura sementi”
«Esatto, un portale sviluppato in collaborazione con Agronica-Diagram e disponibile non solo per le aziende associate ma per tutte quelle che fossero interessate. E’ destinato a migliorare le attività di riproduzione della semente, in particolare per le specie allogame per cui l’isolamento dei campi di riproduzione è fondamentale per garantire la purezza dei materiali. Il sistema si basa sulla geolocalizzazione dei campi di pertinenza delle aziende utenti: in questo modo si controlla la distanza da altri campi e si verificano le esigenze di isolamento, non solo nelle regioni dove sono in vigore norme ad hoc (Emilia Romagna, Umbria e Marche), ma sull’intero territorio nazionale in forma volontaria. Nel segmento dei cereali a paglia il sistema è già operativo per le coltivazioni portaseme di segale».
La digitalizzazione, quindi, è un passaggio obbligato per sostenere la qualità delle produzioni del settore sementiero che non può prescindere dalle attività di ricerca e sviluppo per mantenere la sua competitività sul mercato globale. Su questo punto, Alberto Lipparini sottolinea il sostegno di Assosementi all’applicazione delle TEA e la necessità di incentivo attraverso il confronto e la collaborazione tra pubblico e privato.
Dove sta andando la ricerca nelle sementi, in particolare dei cereali a paglia?
«I cambiamenti climatici sono una realtà oggi e lo saranno sempre più in futuro: l’agricoltura deve saperli affrontare con gli strumenti adeguati che includono l’impiego di sementi di varietà in grado di esprimere resilienza di fronte alla complessità posta dall’ambiente. Tanti ricercatori in Italia, ad esempio, stanno lavorando per ottenere varietà capaci di produrre adeguatamente in condizioni di siccità con lo sviluppo di un apparato radicale più efficace ed efficiente, oppure in ambienti estremi, come quelli caratterizzati da elevata salinità. Un altro filone che sosteniamo fortemente è quello della resistenza ai patogeni: complici anche i cambiamenti climatici, le recrudescenze di patogeni preoccupanti e deleteri sono una realtà con cui fare i conti».
Quali strumenti mancano alla ricerca?
«Assosementi si sta battendo da tempo per sostenere l’impiego delle TEA e, con la firma del nostro Manifesto, abbiamo ottenuto il sostegno della rappresentanza della filiera agroalimentare. E’ un parere che esprimiamo da sempre: siamo convinti della necessità di fornire ai breeder strumenti più efficaci per operare nella ricerca e nello sviluppo varietale. Abbiamo, infatti, proposto la costituzione di un tavolo permanente di raccordo tra l’industria privata e le istituzioni pubbliche che nel nostro paese offrono eccellenze. E’ altrettanto necessario il sostegno finanziario, motivo per cui chiediamo l’istituzione di un fondo cui partecipino anche i privati».
Non mancano, però, i problemi: quando sarà possibile applicare le TEA in un contesto di mercato?
«E’ certamente un problema e ci stiamo, a piccoli passi, impegnando per risolverlo: in Italia si è lavorato per autorizzare l’attività di sperimentazione in pieno campo del nuovo materiale derivante dall’impiego delle TEA, passaggio obbligatorio per verificare l’efficacia dei nuovi prodotti ottenuti in laboratorio ma è ancora aperta la discussione sulla regolamentazione a livello europeo. Un aspetto delicato è quello della brevettazione e noi siamo pronti al confronto per poter proseguire con la proposta. E’ vero che l’accesso ai risultati della ricerca deve essere aperto a tutti ma è altrettanto vero che le aziende che rischiano e investono cifre considerevoli nella ricerca devono avere un congruo ritorno. La sfida è trovare l’equilibrio tra le posizioni in campo e, se i pregiudizi verranno a cadere, la si potrà vincere rapidamente».
Chiudiamo con il nostro paese: quali sono le vostre previsioni sulle semine di frumento per la stagione in corso?
«Al momento non abbiamo numeri definitivi e le stime che possiamo fare sono di una certa stabilità. E’ ragionevole aspettarsi una riduzione, seppur contenuta, delle superfici seminate a frumento, in seguito alle difficoltà registrate nella stagione 23-24. Allo stesso modo, però, possiamo prevedere un riequilibrio di questo effetto determinato dagli aggiustamenti che le misure della PAC hanno subito: è possibile che su terreni la cui destinazione colturale era variata si sia ritornati a seminare grano».
Autore: Azzurra Giorgio
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