Il grano, ondeggiante nei campi baciati dal sole, è un simbolo di fertilità e abbondanza. Eppure, dietro questa immagine idilliaca si cela una sfida costante: la protezione delle colture da parassiti insidiosi. Tra questi, i Crisomelidi, piccoli coleotteri, possono arrecare danni significativi se non si interviene tempestivamente. In particolare, due specie meritano attenzione: Oulema melanopus, il comune Lema del grano, e Lema cyanella, riconoscibile per la sua brillante colorazione blu.
La presenza di questi insetti può manifestarsi in modo discreto, ma le conseguenze possono essere tutt’altro che trascurabili. Sia gli adulti che le larve si nutrono delle foglie del grano, erodendo il tessuto fogliare e compromettendo la capacità della pianta di fotosintetizzare. Questo processo, se prolungato e intenso, può ridurre significativamente la resa del raccolto.
Il lema del grano: chi è
Oulema melanopus si distingue per il suo aspetto caratteristico: il pronoto arancione contrasta con le elitre blu metallico. Le larve, invece, adottano una strategia di difesa singolare, ricoprendosi di una secrezione vischiosa composta dai propri escrementi. Questa copertura non solo le protegge dai predatori, ma le aiuta anche a mimetizzarsi nell’ambiente circostante. Le erosioni causate da questa specie si manifestano come striature longitudinali sulle foglie, un segno inequivocabile della loro presenza.
Lema cyanella, dal canto suo, si presenta con una colorazione blu metallico uniforme, che la rende facilmente distinguibile. Anche in questo caso, sia gli adulti che le larve contribuiscono al danno. Le larve, in particolare, scavano mine all’interno delle foglie, creando gallerie che ne compromettono la funzionalità. Queste gallerie, visibili in controluce, sono un altro indizio della presenza di questo parassita.
La difesa in campo
La gestione dei Crisomelidi richiede un approccio attento e mirato. Il monitoraggio costante delle colture è fondamentale per individuare tempestivamente i primi segni di infestazione. Si ricercano le caratteristiche erosioni fogliari, le larve e gli adulti. L’osservazione attenta delle piante permette di valutare l’entità del problema e di decidere se è necessario intervenire.
Esistono diverse strategie di difesa, che possono essere combinate per ottenere i migliori risultati. La prevenzione gioca un ruolo cruciale nella gestione dei Crisomelidi. Una corretta lavorazione del terreno, ad esempio, può contribuire a ridurre le popolazioni svernanti, interrompendo il ciclo biologico degli insetti. La rotazione delle colture, evitando di coltivare grano sullo stesso terreno per più anni consecutivi, può limitare la proliferazione dei parassiti. La scelta di varietà di grano più resistenti agli attacchi dei Crisomelidi può rappresentare un’ulteriore strategia preventiva.
Metodi di lotta contro il lema del grano
La lotta biologica offre un’alternativa ecologica e sostenibile alla lotta chimica. Si può favorire la presenza di insetti utili, come coccinelle e imenotteri parassitoidi, che si nutrono delle larve di Crisomelidi. Questi predatori naturali contribuiscono a mantenere sotto controllo le popolazioni dei parassiti, riducendo la necessità di interventi chimici. Si possono anche utilizzare prodotti a base di Bacillus thuringiensis, un batterio che produce tossine letali per le larve di Crisomelidi. Questi prodotti sono considerati a basso impatto ambientale e possono essere utilizzati anche in agricoltura biologica.
La lotta chimica, sebbene efficace, deve essere considerata come l’ultima risorsa. In caso di forti infestazioni, quando le altre strategie non sono sufficienti, si può ricorrere all’uso di insetticidi specifici. È fondamentale scegliere prodotti selettivi, che abbiano un impatto minimo sull’ambiente e sugli insetti utili. Si devono rispettare scrupolosamente le dosi e le modalità di applicazione indicate in etichetta, per evitare danni non desiderati.
In conclusione, la difesa del grano dai Crisomelidi richiede un approccio integrato, che combini pratiche preventive, lotta biologica e, se necessario, interventi chimici mirati. Solo così è possibile proteggere il raccolto, garantendo la produzione di un alimento essenziale per la nostra alimentazione. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere le colture e la responsabilità di preservare l’ambiente. Un impegno costante e una conoscenza approfondita dei parassiti e delle strategie di difesa sono fondamentali per raggiungere questo obiettivo. (Immagine creata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale)
Autore: Paolo Bonivento (Trieste – Brescia – Roma – Napoli)
p.bonivento@xyz-lab.it
https://www.xyz-lab.it/
Il Dr. Paolo Bonivento è un Perito Agrario impegnato in attività relative all’entomologia urbana ed agraaria. Effettua valutazioni d’impatto ambientale ed ecologico (terrestri, marine e aeree); si occupa della consulenza sull’impiego di strumenti scientifici e tecnici oltre all’identificazione ed al trattamento degli organismi infestanti nonché alla valutazione dei danni alle coltivazioni. La sua attività include anche ambiti forensi con stime generali riguardanti contenziosi ed analisi dei danni.
Puoi seguirci anche sui social, siamo su Facebook, Linkedin e Instagram



