le cecidomie e le loro galle
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LE CECIDOMIE E LE LORO GALLE

Questi ditteri depongono le uova nei tessuti vegetali

Nel vasto mondo dell’agricoltura, una minaccia spesso sottovalutata si presenta sotto forma di piccoli insetti: i Cecidomidi. Questi ditteri, appartenenti a una famiglia numerosa e diversificata, possono arrecare danni significativi alle coltivazioni di cereali, compromettendo la resa e la qualità del raccolto. Tra le specie più note e temute, si annoverano Mayetiola destructor, la Cecidomia del frumento, e diverse specie del genere Cecidomyia, tra cui la Cecidomyia aranciata, capaci di attaccare una varietà di piante ospiti.

I danni delle cecidomie

Il danno causato dai Cecidomidi si manifesta principalmente attraverso la formazione di galle. Le femmine adulte depongono le uova all’interno dei tessuti in crescita delle piante, in particolare nelle foglie, nei culmi e nelle spighe. Le larve, una volta nate, iniziano a nutrirsi dei tessuti vegetali, inducendo la pianta a reagire con una crescita anomala: la formazione di galle. Queste strutture, simili a tumori vegetali, sottraggono risorse preziose alla pianta, interferendo con il suo sviluppo e la sua capacità di riprodursi.

La Cecidomia del frumento, Mayetiola destructor, è un parassita particolarmente insidioso per le coltivazioni di frumento. Le larve attaccano la base dei culmi, causando un ispessimento e un indebolimento dello stelo. Le piante infestate tendono ad allettarsi, ovvero a piegarsi a terra, rendendo difficile la raccolta e compromettendo la resa. Inoltre, le spighe prodotte dalle piante infestate sono spesso più piccole e contengono un numero inferiore di grani. Il danno è più evidente in primavera, quando le piante iniziano a svilupparsi rapidamente.

La Cecidomyia aranciata, invece, è meno specifica nella scelta dell’ospite e può attaccare diverse piante, tra cui cereali come orzo e segale. Le larve si sviluppano all’interno delle spighe, nutrendosi dei fiori e dei grani in formazione. Questo può portare alla deformazione delle spighe e alla riduzione del numero e della qualità dei grani, con conseguenti perdite economiche per l’agricoltore.

Proteggere il frumento dalle cecidomie

La protezione delle coltivazioni dai Cecidomidi richiede un approccio strategico e integrato, che tenga conto delle caratteristiche biologiche del parassita e delle condizioni ambientali. Il monitoraggio costante delle colture è fondamentale per individuare precocemente i sintomi di infestazione e valutare l’entità del problema. L’osservazione attenta delle piante, soprattutto nelle fasi di crescita più vulnerabili, permette di rilevare la presenza di galle, deformazioni o allettamenti anomali. L’utilizzo di trappole specifiche può aiutare a monitorare la presenza degli adulti e a valutare il rischio di infestazione.

La rotazione delle colture rappresenta una pratica agronomica essenziale per interrompere il ciclo biologico dei Cecidomidi. Evitare di coltivare cereali sullo stesso terreno per più anni consecutivi riduce la probabilità che le larve svernanti nel terreno infestino le nuove piante. La scelta di varietà resistenti è un altro elemento importante nella strategia di difesa. La ricerca agronomica ha sviluppato varietà di cereali che presentano una maggiore resistenza all’attacco dei Cecidomidi, contribuendo a ridurre i danni e le perdite di raccolto.

La lavorazione del terreno, come l’aratura, può contribuire a ridurre la popolazione di larve svernanti nel terreno. L’aratura profonda, in particolare, può seppellire le larve a una profondità tale da impedirne la sopravvivenza e la successiva infestazione. Il controllo biologico rappresenta un approccio ecologico e sostenibile alla difesa dai Cecidomidi. Alcuni insetti utili, come i parassitoidi, possono contribuire a controllare naturalmente la popolazione di questi parassiti, deponendo le uova all’interno delle larve dei Cecidomidi e uccidendole. Favorire la presenza di questi insetti utili nell’agroecosistema, ad esempio evitando l’uso indiscriminato di pesticidi, può essere una strategia efficace.

L’impiego di trattamenti insetticidi deve essere considerato solo come ultima risorsa, in caso di infestazioni gravi e quando le altre strategie di controllo non si sono rivelate sufficienti. È importante scegliere prodotti selettivi, che abbiano un impatto minimo sugli insetti utili e sull’ambiente. I trattamenti devono essere eseguiti solo quando strettamente necessario e seguendo attentamente le indicazioni riportate sull’etichetta del prodotto, nel rispetto delle normative vigenti.

La lotta ai Cecidomidi rappresenta una sfida continua per gli agricoltori, che richiede un impegno costante, una conoscenza approfondita del parassita e l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili. Solo attraverso un approccio integrato e consapevole è possibile proteggere efficacemente le coltivazioni di cereali da questi piccoli, ma insidiosi, nemici. (Immagine creata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale)

Autore: Paolo Bonivento (Trieste – Brescia – Roma – Napoli)
p.bonivento@xyz-lab.it
https://www.xyz-lab.it/

Il Dr. Paolo Bonivento è un Perito Agrario impegnato in attività relative all’entomologia urbana ed agraaria. Effettua valutazioni d’impatto ambientale ed ecologico (terrestri, marine e aeree); si occupa della consulenza sull’impiego di strumenti scientifici e tecnici oltre all’identificazione ed al trattamento degli organismi infestanti nonché alla valutazione dei danni alle coltivazioni. La sua attività include anche ambiti forensi con stime generali riguardanti contenziosi ed analisi dei danni.

Nella foto: Mayetiola destructor

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