piemonte semine in calo
Home » PIEMONTE: SEMINE IN CALO DEL 22%

PIEMONTE: SEMINE IN CALO DEL 22%

L’analisi delle semine in Piemonte con l’aiuto di Ivano Ramon

Con l’aiuto di Ivano Ramon, Direttore degli studi per l’area Nord-Centro di SATA, analizziamo la situazione delle semine di frumento in Piemonte. Ad oggi sembra confermarsi un trend di riduzione delle superfici seminate a frumento tenero, con gli agricoltori che puntano sulla filiera per provare a stabilizzare i redditi.

Meno 22% di superfici seminate

Ivano Ramon ci conferma che, attualmente, è complesso fornire una stima definitiva delle superfici seminate a frumento negli areali del Piemonte. Ci sono però alcune conferme: «i dati consolidati mostrano un trend in calo: tra il 2023 e il 2025 si è registrata una contrazione delle superfici del 22% e le previsioni per la campagna in corso sembrano confermare un ulteriore segno negativo”. I  motivi sono concentrati nella forbice tra prezzi e costi dei mezzi tecnici: “a fronte di quotazioni del prodotto (prezzi di vendita) in calo, i costi di produzione (energia, sementi, fertilizzanti) restano elevati o volatili. Essendo il grano una commodity quotata sulle borse internazionali, i produttori locali subiscono passivamente le fluttuazioni globali. In questo scenario, la cerealicoltura italiana – e piemontese – soffre la competizione sui volumi».

Secondo Ramon, la strategia vincente per mitigare il rischio di mercato consiste nel puntare sulla qualità certificata e sull’integrazione nelle filiere. Aderire ai contratti di filiera, infatti, vuol dire per l’agricoltore stabilizzare le fonti di reddito e ridurre la dipendenza dall’estrema volatilità dei mercati.

Semine effettuate in tempo

Normalmente le semine di frumento tenero al Nord Italia prendono avvio dalla metà di ottobre e si concludono con l’inizio del mese di novembre. La scorsa stagione, a causa delle intense e frequenti piogge, si sono invece spostate di almeno 15, se non 30 giorni in avanti, con tutte le conseguenze negative di semine realizzate su terreni in condizioni sub-ottimali e con temperature basse.

Quest’anno, invece, le semine in Piemonte hanno preso avvio a metà ottobre, con due periodi principali di svolgimento. Come ci dice Ivano Ramon, una parte dei terreni è stata seminata tra metà e fine ottobre, una seconda parte dalla fine della prima decade di novembre. «Chi ha scelto di seminare nel secondo periodo l’ha fatto principalmente perché ha ritardato a finire le raccolte del mais e ha dovuto aspettare che le condizioni del terreno ritornassero adeguate, in seguito alle piogge dei primi di Novembre».

Con queste premesse, Ramon ci conferma che, in generale, le emergenze sono state buone su tutti i terreni, indipendentemente dalle epoche di semina e, ad oggi,  «non si evidenziano particolari problemi della coltura».

Fosforo e potassio servono alla semina

La concimazione in pre-semina è il primo passo da compiere per porre le basi  affinché la coltura di frumento si sviluppi in modo equilibrato e produttivo. Troppo spesso viene considerata secondaria rispetto alle concimazioni di copertura ma, in realtà, gioca un ruolo importante non solo per la vitalità iniziale delle piante ma anche per la fertilità del terreno.

Nelle primissime fasi fenologiche, infatti, la pianta di frumento beneficia di apporti, in particolare, di fosforo e potassio. Il fosforo stimola l’apparato radicale favorendo l’assorbimento dei nutrienti e la stabilità della pianta. Il potassio rafforza i tessuti e incrementa la resistenza allo stress nelle fasi di sviluppo successivo. Poiché sono entrambi elementi poco mobili, è bene che siano somministrati in pre-semina oppure alla semina, localizzati in modo da non disturbare le primissime fasi di germinazione del seme.

Concimazione in pre-semina poco diffusa in Piemonte

Quali scelte di concimazione hanno fatto i cerealicoltori piemontesi in questa prima fase della stagione? Ivano Ramon ci dice che, nella regione, la fertilizzazione in pre-semina non è così diffusa. «Questa concimazione viene utilizzata principalmente dagli agricoltori che scelgono di fare del frumento di forza di qualità o in terreni scarsamente dotati». Si tratta di una pratica, quindi, applicata in contesti di produzioni a maggior valore aggiunto, in cui le caratteristiche della granella sono particolarmente importanti per il reddito a fine stagione.

Ramon, inoltre, ci dice che i cerealicoltori che concimano in questa fase impiegano, tipicamente, concimi minerali a base di azoto e fosforo, oppure concimi organo-minerali. «Generalmente» conclude «si punta ad apportare circa 20-30 kg N/ha per supportare il frumento nelle prime fasi di sviluppo».

Autore: Azzurra Giorgio

Puoi seguirci anche sui social, siamo su FacebookLinkedin e Instagram

Iscriviti alla nostra Newsletter e al servizio Whatsapp!

Cliccando "Accetto le condizioni" verrà conferito il consenso al trattamento dei dati di cui all’informativa privacy ex art. 13 GDPR.

Informativa sulla Privacy

Informativa sulla Privacy - WhatsApp

* Campo obbligatorio