E’ giunto al termine il progetto DICO-SOS, acronimo per DIgestato, Cover crops e Operazioni colturali per aumentare la Sostanza Organica del Suolo. Sotto la guida della Fondazione Navarra, il progetto è mirato alla definizione del ruolo della sostanza organica del suolo nella riduzione dell’inquinamento da nitrati e la riduzione dell’utilizzo di diserbanti attraverso pratiche agronomiche conservative. Le pratiche sono associate all’utilizzo di cover crops e digestato. Nei campi oggetto della ricerca si sono impiegate pratiche di agricoltura conservativa confrontate con quelle tradizionali dal 2017, consentendo una valutazione su un arco temporale di 7 anni. L’utilizzo di cover crops e digestato ha permesso di valutare l’effetto additivo su disponibilità nutrizionali e biodiversità del suolo.
Oltre alla Fondazione Navarra, capofila, i partner del progetto sono: CRPA Scpa, l’Università degli Studi di Ferrara, l’azienda agricola Gherardi Ravalli Modoni e l’azienda agricola Preti. I risultati finali del progetto sono stati presentati in un evento tenutosi il 24 luglio 2024 presso la sede della Fondazione, a Malborghetto di Boara (FE).
Scopo e attività della ricerca
In particolare, gli obiettivi specifici del progetto sono stati:
- Confrontare il contenuto di sostanza organica fra agricoltura conservativa e tradizionale e le rese produttive dopo 7 anni di sperimentazione
- Valutare gli effetti della maggiore disponibilità di sostanza organica nella rimozione dei nitrati per preservare l’inquinamento
- Caratterizzare microbiologicamente il terreno
- Effettuare una valutazione sia ambientale che economica.
Le attività si sono articolate nell’arco di 18 mesi, organizzate in 4 azioni principali:
- Pratiche agricole per aumentare la sostanza organica del suolo e caratterizzazione dei prodotti
- Monitoraggio della rimozione di nitrati e della diffusione di erbe infestanti
- Caratterizzazione del suolo con valutazione del contenuto di carbonio organico e biodiversità
- Valutazione della sostenibilità ambientale ed economica.
Segue un’immagine che mostra il piano seguito nel corso della ricerca e alcuni risultati analitici, presentati nel corso dell’evento finale del progetto.
Risultati: sostanza organica e agricoltura conservativa
Nel corso dell’evento finale i ricercatori hanno sintetizzato i risultati emersi dalla ricerca, focalizzandosi sulle evidenze di carattere agronomico ed economico, emerse nei diversi campi sperimentali.
Sostanza organica
In particolare, nei terreni di Cona (F.lli Navarra), nel 2016 il contenuto di sostanza organica [SOM (%)] è risultato omogeneo lungo tutto il profilo (in media 2,61%). Nel 2024, invece, è risultato superiore nello strato superficiale (2,56%) rispetto a quello più profondo (2,30%), indipendentemente dalla tecnica agronomica utilizzata. Dal punto di vista delle rese, queste non hanno mostrato una differenza significativa fra le tesi messe a confronto. La semina su sodo, però, ha prodotto tendenzialmente di meno: i ricercatori ipotizzano che questo sia dovuto probabilmente alla minore densità. Nell’azienda Modoni, invece, la sostanza organica è stata in media del 2,43% senza differenze fra le profondità e tecniche agronomiche; nell’azienda Prati la sostanza organica è stata in media del 3%, con valori superiori nello strato superficiale (3,45%) rispetto a quello più profondo (2,56%), indipendentemente dalla tecniche adottata.
Riduzione delle lavorazioni
Infine, i ricercatori hanno concluso che la riduzione delle lavorazioni può avere un effetto sull’accumulo di sostanza ogranica nel suolo, in particolare limitarla o ridurla, se non è accompagnata da adeguate rotazioni e dalla copertura del suolo. Dal punto di vista economico, semina su sodo e minima lavorazione sono sicuramente meno costose rispetto all’aratura: si parla di -22% e -10% dei costi, rispettivamente. Se, però, li si rapporta alla produzione, i costi delle due pratiche sono leggermente superiori, in particolare del 7% per la semina su sodo e del 5% per la minima lavorazione.
Fonte: Fondazione Navarra
Autore: Azzurra Giorgio
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