Prosegue il racconto di tre cerealicoltori della provincia di Foggia che ci raccontano le loro scelte di semina oltre alle pratiche colturali e gestionali messe in atto per questa stagione in fase di avvio. Leggi la prima parte del racconto.
Seminerò qualche ettaro in meno…
Antonio Mogavero ha una azienda di circa 60 ettari a Cerignola, nella piena pianura della Capitanata. Ogni anno dedica circa 28 ettari a grano duro, in regime biologico. Ci racconta che la sua azienda è rimasta “ferita” dalla scorsa stagione, tra la forte siccità, le rese basse, i prezzi di mercato in calo: su questo fronte,però, far parte di un contratto di filiera ha permesso di sostenere la redditività. «Lo scorso anno” ci racconta, «le rese dei nostri vicini sono state davvero basse, si parla di 15 quintali ad ettaro. Noi siamo arrivati a 36 quintali, avendo irrigato diverse volte: normalmente, però, produciamo intorno ai 50 quintali ad ettaro».
In vista della prossima stagione, con le condizioni economiche non molto variate, Antonio Mogavero ci dichiara: «abbiamo iniziato la semina la scorsa settimana, dopo alcune precipitazioni che hanno portato 2 mm di acqua. Siamo partiti su 17 ettari ma, comunque, quest’anno lascerò 7-8 ettari a maggese, non vale la pena seminarle con queste condizioni ambientali».
Posso ritenermi fortunato…
Raffaele Rinaldi gestisce una azienda in agro di Manfredonia, dove coltiva 50 ettari di frumento duro su una 70ina aziendali, facendo rotazioni con orticole estive. In merito alla scorsa stagione, ci dichiara: «posso ritenermi fortunato rispetto a quanto ho sentito raccontare…mediamente ho prodotto 25 quintali a ettaro, considerando che sono riuscito a irrigare solo un terzo della intera superficie a grano. In più, ho raggiunto i parametri qualitativi richiesti dalla filiera e ho ottenuto la premialità che, per la mia azienda, è stata una boccata di ossigeno».
Per questi motivi Raffaele Rinaldi ha confermato per questa stagione, le stesse superfici della scorsa, e le ha già seminate: «per prudenza, anche se non è piovuto, ho già completato le semine” ci racconta e conclude: «con queste condizioni meteorologiche e ambientali, comunque, applico le pratiche di minima lavorazione del suolo. I motivi sono sicuramente economici, perchè riduco i passaggi con le macchine, ma anche legati alla opportunità di preservare i livelli di umidità presenti nel terreno in periodi così siccitosi».
Autore: Azzurra Giorgio
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