«Oggi l’unico modo che abbiamo per contrastare i cambiamenti climatici è adottare una buona pratica agronomica» è il consiglio di Pasquale De Vita, Responsabile sede CREA Foggia, che prosegue «un coltivatore di grano duro non deve lasciarsi scoraggiare dall’imprevedibilità climatica ma tenere duro e fare le operazioni di gestione agronomica al meglio possibile, soprattutto nella prima fase di sviluppo del ciclo del frumento che, nelle aree meridionali, è quella determinante».
Cosa è successo nel 2023?
«Siamo reduci da un anno tragico dal punto di vista produttivo a causa dell’andamento climatico che ha inciso in maniera significativa, riducendo molto il potenziale produttivo dell’area di Foggia, tradizionalmente coltivata a frumento duro. All’inizio la mancanza di piogge nella prima fase di sviluppo del grano, poi una fase ricca di piogge a fine ciclo (che ha compromesso lo stato fitosanitario della coltura) hanno inciso in maniera significativa sul peso dei semi. Pesi ettolitrici molto bassi hanno determinato una sensibile riduzione di produzione: veniamo da uno degli anni meno produttivi degli ultimi decenni in Italia».
Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile per l’agricoltura di tutta la Puglia, regione fondamentale per la produzione di frumento duro nel nostro paese: come ha dichiarato CIA Puglia nella conferenza stampa dell’8 gennaio scorso, si è registrato il peggiore saldo nascita-mortalità delle imprese attive con 2.233 imprese in meno, ovvero una contrazione del 2,9%. Gennaro Sicolo, Presidente di CIA Puglia e Vicepresidente nazionale di CIA, ha affermato che questo è «il dato più emblematico delle grandi difficoltà strutturali che il comparto primario pugliese, in ciascuna provincia, sta ancora affrontando».
Secondo i dati di CIA Puglia, nel 2023 il valore riconosciuto al grano duro pugliese e la redditività delle aziende cerealicole hanno subito un tracollo, con un prezzo medio del frumento duro nella regione pari a circa 381 €/ton. Il dato va letto alla luce della variabilità registrata dal 2022, quando a giugno il prezzo del frumento duro era di 575,25 €/ ton, con un crollo a 370,75€/ ton, valore registrato a dicembre 2023.
Cambiamenti climatici
Come emerge da un’analisi della Coldiretti sulla banca dati aggiornata Isac Cnr che rileva le temperature dal 1800, il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre per l’Italia, con una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. Vi è una tendenza alla tropicalizzazione, con temperature più elevate accompagnate da una maggiore frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo: l’agricoltura è l’attività economica che più subisce le conseguenze di tutto ciò (Fonte Coldiretti).
Guarda l’intervista integrale a Pasquale De Vita
Autore: Azzurra Giorgio