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GLI INSETTI DEL GRANO

Le infestazioni più rilevanti in campo

Le infestazioni degli insetti dannosi del grano sono in grado di determinare signifcative riduzioni di resa. Inoltre, possono compromettere la conservabilità e la qualità della granella. Una stima delle perdite causate dagli insetti dannosi nei paesi in via di sviluppo è pari ad un importo in dollari necessario ad alimentare, con granaglie e legumi, una popolazione di 170 milioni di persone. Molte sono le specie dannose per la coltivazione del frumento, alcune attaccano la coltura in campo, altre la granella stoccata in magazzino. In questo articolo vediamo quelle principali rilevabili in campo, presentandone i dettagli più rilevanti per l’agricoltore.

Insetti dannosi del grano

Tignola del culmo e della spiga: le larve di questo lepidottero danneggiano le cariossidi neoformate nella parte terminale della spiga, oltre a minare la parte distale del culmo. I danni peggiori sono sui ristoppi; si sviluppa anche su graminacee spontanee, compie una generazione all’anno.

Mosche minatrici: le larve danneggiano la pianta scavando mine nella parte distale del lembo fogliare: nelle mine si sviluppano anche una dozzina di larve. Queste mosche compiono una sola generazione all’anno e trascorrono estate e inverno in diapausa nei pupari.

Mosca frit: le larve danneggiano la foglia centrale causandone il disseccamento, per cui solo le piante con 3-4 foglie sono in grano di reagire formando culmi secondari. Quelle con 1-2 foglie muoiono. Alla spigatura le larve entrano nelle spighette divorando fiore e cariosside. La mosca compie più generazioni all’anno, con i danni maggiori sulle giovani plantule da semine precoci.

Lema: la larva erode in senso lonngitudinale il lembo fogliare, lungo la nervatura e l’epidermide nella pagina superiore. Questo insetto è diffuso in tutti gli areali cerealicoli nel nostro paese: vive anche su orzo, avena e altre graminacee spontanee. Compie una sola generazione all’anno e sverna da adulto. I danni possono minare anche la metà della produzione.

Cimici: l’apparato pungente succhiante di questi insetti danneggia tutte le parti aeree della pianta. Tipicamente, i danni sono di tipo qualitativo: le cariossidi punte sono di pessima qualità per la trasformazione. I danni quantitativi si hanno quando si ha l’aborto dei fiori con una riduzione del peso delle cariossidi.

Afidi: numerosi sono gli afidi che attaccano le piante di frumento, portando a perdite fino al 30% della produzione. Oltre ai danni diretti, possono anche essere vettori di virus (è il caso di Rhopalosiphum padi, vettore del virus del nanismo giallo dell’orzo.

Zabro gobbo: è diffuso soprattutto nelle zone collinari. Sono gli adulti a danneggiare le coltivazioni, divorando le cariossidi latee sulle spighe. Anche le larve, però, si nutrono delle foglie più basse, lasciando dei caratteristici grovigli fatti con i resti sfilacciati della vegetazione.

Cecidomia equestre: le larve danneggiano tipicamente il culmo, determinando lungo gli internodi delle tipiche depressioni “a sella”. L’insetto compie una sola generazione all’anno.

Tentredine fogliare: i danni non incidono in modo significativo sulla coltura del frumento, in quanto l’insetto si riscontra occasionalmente in campo. Le larve compiono delle caratteristiche erosioni sul margine delle foglie apicali; compie una sola generazione all’anno.

Autore: Azzurra Giorgio

Fonte: Il grano, della collana Coltura&Cultura di Bayer CropScience (2008)

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