La raccolta del grano avviene in periodi diversi della stagione a seconda di molteplici fattori. Giocano un ruolo importante la latitudine e l’altitudine della zona di coltivazione, oltre all’andamento climatico della stagione che può rallentare o accelerare i diversi stadi fenologici. Ogni varietà, inoltre, ha un ciclo biologico peculiare che influenza le date di raccolta in base alla precocità.
I mesi di raccolta del grano
Nel nostro emisfero, in caso di semina autunnale, il grano si raccoglie nei mesi che vanno da maggio a settembre. Nell’emisfero australe, invece, il periodo va da ottobre a gennaio. In Italia si inizia, in genere, a fine maggio nelle aree dell’Italia meridionale e insulare, dove le temperature sono più alte. Se andiamo più verso Nord, invece, il periodo si sposta un po’ in avanti: al Centro Italia la trebbiatura si svolge in genere a metà giugno, mentre al settentrione si va avanti fino a fine giugno-inizio luglio.
In ogni caso, la raccolta del grano deve essere effettuata alla piena maturazione della granella e una volta che la sua umidità abbia raggiunto il livello ottimale, ovvero circa il 13%. Ciò consente di procedere alla conservazione senza dover essiccare ulteriormente il prodotto, con un risparmio energetico importante, pur garantendo che esso sia esente da patologie favorite da valori di umidità maggiori.
La raccolta del grano da seme
Se la granella è destinata alla moltiplicazione, la raccolta deve essere gestita in modo molto attento, così come lo stoccaggio successivo della granella. In particolare in caso di semente certificata, le aziende sementiere garantiscono una germinabilità superiore (anche del 30%) rispetto alla sementre aziendale. Questo si traduce in un importantre vantaggio per gli agricoltori, per l’impiego di minore quantità di seme per ettaro, oltre ad un importante vantaggio indiretto in termini di sanità della granella, delle farine e dei prodotti trasformati.
Autore: Azzurra Giorgio
Fonte: Il grano, della collana Coltura&Cultura di Bayer CropScience (2008)
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