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NUOVI LIMITI PER IL DON

Abbassati i tenori massimi negli alimenti: ne parliamo con il Prof. Massimo Blandino

Il 1° luglio 2024 entra in vigore il regolamento UE 2024/1022 della Commissione Europea che abbassa i limiti massimi di DON – deossinivalenolo negli alimenti, fissandoli a 1000 microgrammi per Kg (nel frumento erano 1250; si veda in fondo la tabella con i nuovi limiti). Nuovi tenori massimi consentiti, dunque, per una micotossina prodotta dai funghi del genere Fusarium e che pone rischi per la salute umana (ne abbiamo parlato già in questo articolo). Due sono i regolamenti adottati dall’UE nel 2024 per ridurre i rischi per la salute dei consumatori: oltre a quelli del DON, i livelli massimi delle tossine T-2 e HT-2 sono stati fissati a 50 microgrammi per Kg.

Una stagione favorevole al DON

La riduzione del limiti massimi arriva proprio in un anno estremamente problematico sul tema micotossine: in particolare al Nord Italia, infatti, l’andamento metereologico è stato sfavorevole sia per la diffusione elevata di infezioni che per le difficoltà ad effettuare trattamenti. Anche chi è riuscito ad entrare in campo, infatti, non è detto che sia riuscito a trattere per bene.

Ce lo conferma il Prof. Massimo Blandino, Professore dell’Università degli Studi di Torino – DISAFA, che prosegue: «La minimizzazione delle micotossine rimane un tema centrale nella gestione dei sistemi cerealicoli, rappresentando una sfida continua per le filiere . Da un lato ci sono gli andamenti metereologici in un contesto di cambiamento climatico, si pensi alla concentrazione di piogge nel corso della fioritura e maturazione del frumento che si è presentata questo e lo scorso anno, che rendono estremamente complessa la gestione. Dall’altro la transizione ecologica influenza i sistemi colturali, rendendoli potenzialmente più soggetti al rischio di accumulo delle micotossine, con una riduzione dell’applicazione dell’aratura e la limitazione dell’impiego di fungicidi di sintesi. Infine, l’attenzione del regolatore è inevitabilmente crescente: per il futuro si attendono una ulteriore riduzione dei tenori massimi delle tossine da Fusarium anche per il feed, mentre sono in discussione delle limitazioni per micotossine emergenti, non ancora normate».

Come possono agire gli agricoltori per rispettare i limiti?

Il Prof. Massimo Blandino ci risponde: «Non si può pensare di risolvere il problema con deroghe e rinvii, quando le stagioni sono particolarmente sfavorevoli; del resto, questo non è mai avvenuto per granella destinata al settore alimentare. Bisogna lavorare con l’adozione di pratiche agronomiche preventive: molto già si conosce e se ne discute da almeno 20 anni. Le principali strategie sono la corretta rotazione colturale e la lavorazione del terreno, aspetti che si combinano: il fattore di rischio principale è il mantenimento sulla superficie del terreno del residuo colturale di una coltura che favorisce la malattia. Anche la minima lavorazione, quindi, risulta rischiosa, soprattutto se in campo abbiamo residui di mais, frumento e sorgo. Importanti, poi, sono la scelta varietale e l’applicazione delle opportune strategie di lotta diretta, in primo luogo la lotta con fungicidi in fioritura».

Riguardo all’evoluzione varietale, ci si aspetta qualcosa dalle TEA?

«I geni di tolleranza alla fusariosi della spiga, malattia che determina l’accumulo di micotossine, sono noti. Negli ultimi 15 anni sono comparse sul mercato sementiero molte varietà sia di frumento tenero sia di frumento duro più tolleranti. Le TEA potrebbero, magari, accelerare i tempi per avere nuovi genotipi che rispondano a più requisiti, oltre a quelli di tolleranza alla fusariosi. E’ importante, infatti, che siano presenti tra gli altri anche caratteri che garantiscano una buona produzione, adeguati valori preoteici della granella, rusticità e resistenza alle malattie fogliari e ad oggi le varietà commerciali tolleranti alla fusariosi della spiga non risultano essere in grado di rispondere pienamente a tutti questi requisiti.

Di certo la ricerca varietale è necessaria, perchè il cambiamento climatico e la transizione ecologica ci forniscono uno scenario in cui il rischio di accumulo delle micotossine potrà essere potenzialmente superiore. Lo sviluppo di genotipi più tolleranti dovrà essere l’elemento centrale per lo sviluppo di sistemi colturali più sostenibili ed efficienti, ma in grado di garantire ridotti rischi di attacco della malattia e di accumulo delle micotossine».

Su cosa sta lavorando il suo gruppo di ricerca?

«Stiamo lavorando su diversi filoni: alcuni riguardano l’effetto varietale, in particolare con prove sperimentali finalizzate a comprendere meglio la composizione della granella, anche di varietà speciali, dal momento che alcuni composti bioattivi, naturalmente presenti nella granella durante la maturazione, potrebbero essere in grado di limitare l’accumulo delle micotossine. Diversi esperimenti di pieno campo mirano a quantificare l’efficacia di soluzioni già commerciali o in via di sperimentazione come alterative alla lotta diretta effettuata con prodotti di sintesi, in particolare l’interesse si riferisce all’uso di biofungicidi e pratiche di biocontrollo. E’ evidente che sono pratiche non semplici da applicare: quando ci si sposta nei cosiddetti biologicals l’applicabilità in campo è sempre complessa, perchè rispetto ai prodotti di sintesi le condizioni ambientali (temperatura, umidità, condizioni di sviluppo colturale) hanno un impatto di gran lunga superiore relativamente al successo dell’operazione».

Come interpretare le attuali linee guida?

«Le attuali linee guida per evitare lo sviluppo di micotossine sono estremamente valide: è chiaro, però, che i sistemi colturali oggi hanno esigenze emergenti che vanno tenute in considerazione. Sono, quindi, necessarie innovazioni che permettano di combinare alcune scelte potenzialmente più rischiose, ma richieste dallo sviluppo di sistemi colturali più sostenibili ed efficienti(ad esempio la minima lavorazione) con strategie che minimizzano complessivamente il rischio di accumulo dei contaminanti. Tre sono i livelli di innovazione: microrganismi competitori, biofungicidi alternativi ai prodotti di sinteti e soprattutto lo sviluppo di varietà tolleranti alla fusariosi della spiga che rispondano, però, alle molteplici necessità agronomiche e di filiera. Ricordiamo, infatti, che produttività, qualità, tolleranza alle malattie e agli stress devono essere garantite».

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Estratto dal Regolamento UE 2024/1022: nell’allegato I, sezione 1 (Micotossine), del regolamento (UE) 2023/915, la voce 1.4 (Deossinivalenolo) è sostituita dalla seguente:

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Il testo del Regolamento UE 2024/1022 accessibile è al link seguente: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=OJ%3AL_202401022

Autore: Azzurra Giorgio

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