Si fermano gli apprezzamenti, pur lievi, visti di recente nel mercato del frumento (LEGGI) in tutte le piazze della penisola. I livelli di prezzo attuali continuano ad essere al di sotto dei costi di produzioni proposti alcune settimane fa da Ismea, per duro come per tenero. Un contesto disincentiva le semine nella penisola, come testimoniato di recente ai nostri microfoni dai produttori della Basilicata (LEGGI). Una speranza, tuttavia, proviene dai mercati internazionali, in crescita sia sul prodotto fisico sia per i derivati.
FUTURES UN CRESCITA PER GLI ACCORDI USA-CINA
«PER TENERO POSSIBILI APPREZZAMENTI MA NON SUPERIORI AL +10%»
Anche il mercato del grano tenero in Italia resta stabile, con pochi scambi. Le semine potrebbero favorire un recupero dei panificabili a scapito dei grani di forza. Gli utilizzatori mantengono coperture prudenti, evitando di esporsi con acquisti importanti sia sul prodotto nazionale sia sull’estero. L’indebolimento dell’euro e la pressione delle origini extra-UE frenano l’export, ma la scarsa propensione alla vendita sostiene i prezzi. A livello mondiale, le prospettive restano miste: il dollaro forte e le buone previsioni di raccolto pesano sui prezzi in €, mentre l’interesse cinese sostiene i mercati.
Approfondiamo il momento del tenero con Pierluigi Fiocchi, mediatore lombardo: «Durante il periodo di raccolta, il prezzo del grano tende fisiologicamente a diminuire, ma quest’anno la discesa è stata prolungata. Successivamente si è registrata una fase di stabilità, seguita da una leggera tendenza al rialzo, dovuta ad un’offerta ridotta, che ha interessato tutti i livelli qualitativi. Nonostante questa crescita non si è arrivati a livelli di prezzo remunerativi per i produttori, in quanto le quotazioni sono influenzate per lo più dai mercati esteri. La produzione di grano tenero italiana, com’è noto, non è sufficiente a coprire il fabbisogno dei trasformatori, costretti quindi a ricorrere a importazioni di varietà estere come il North Spring e il Manitoba, riconosciuti per l’elevata forza e qualità.
Il mercato internazionale, caratterizzato da un afflusso costante di merce estera a prezzi competitivi, condiziona inevitabilmente l’andamento del mercato interno, limitando i margini di recupero. Penso che si possano ancora verificare lievi oscillazioni al rialzo ma ritengo che l’apprezzamento massimo non potrà essere significativo.»




