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NUTRIRE IN LEVATA PAGA

Lo studio dell’Università di Torino lo conferma: con l’agricoltura di precisione è anche meglio

Una ricerca dell’Università di Torino, del gruppo del Prof. Massimo Blandino (DISAFA), riporta l’attenzione sull’importanza dell’agricoltura di precisione nelle attività di fertilizzazione del frumento. Una strategia efficace è quella di modulare le dosi di azoto in base alle reali esigenze della coltura, osservando non solo il vigore colturale ma anche gli andamenti pluviometrici. Gli indici vegetazionali possono supportare l’agricoltore nella presa di decisioni ottimali sotto questo punto di vista. In questo articolo vediamo alcuni aspetti sottolineati dalla ricerca, inclusa l’importanza della concimazione in levata. Leggi anche: FERTILIZZARE SOLO DOVE SERVE.

 

Si alla fertilizzazione di precisione

Lo studio dell’Università di Torino riporta l’accento sulle pratiche di fertilizzazione azotata di precisione per poter raggiungere gli obiettivi di resa sia in termini qualitativi che quantitativi. Queste pratiche, supportate dai modelli per la definizione degli interventi a rateo variabile, sono in grado di ridurre la variabilità dei risultati in campo: la produzione risulta massimizzata e uniforme, così da soddisfare le esigenze degli operatori a valle nella filiera, nonchè le esigenze di reddito dell’agricoltore.

Restano, in ogni caso, fondamentale la competenza e la preparazione sia del contoterzista che dell’agricoltore: distribuire più azoto nelle aree più svantaggiate del campo è una tattica valida fino ad un certo punto, in quanto occorre valutare con attenzione se nelle aree marginali, con potenziale produttivo estremamente scarso e in cui si è investito poco, non possa essere addirittura più conveniente lasciarle non concimate per ottimizzare le risorse e i costi colturali.

La concimazione in levata è fondamentale

I risultati dello studio sono anche rappresentativi di quanto sia fondamentale l’intervento all’inizio della levata: questo apporta dosi maggiori di azoto e ha degli effetti più marcati, così da risultare in grado di correggere eventuali situazioni di disomogeneità della coltura dopo l’intervento effettuato alla ripresa vegetativa. All’accestimento, infatti, gli indici vegetazionali rilevati da remoto possono dare informazioni non sempre corrette, dal momento che la copertura del suolo è ridotta e l’eventuale presenza di infestanti può confondere la lettura delle immagini. In questa fase, quindi, la dose da applicare dovrebbe essere definita più in base alle informazioni agronomiche rilevate all’uscita dall’inverno, come la densità colturale e la piovosità invernale. Ecco che l’intervento di concimazione ad inizio levata si rileva di grande importanza per riallineare la rotta verso gli obiettivi di resa e di qualità.

 

L’immagine nel testo è tratta dal lavoro pubblicato: Optimizing nitrogen rates for winter wheat using in-season crop N status indicators – ScienceDirect

La fonte dell’immagine in alto è Wikipedia.

Autore: Azzurra Giorgio

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