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RITARDO E SFIDUCIA IN PUGLIA

Potito Gallo di SATA ci spiega la complessa situazione della regione

Sono state semine ritardate, quelle del frumento duro per la stagione 2025-26 in Puglia. Le piogge hanno invogliato i cerealicoltori, già molto sfiduciati a causa del negativo andamento dei prezzi di mercato, ma anche dal costo dei fertilizzanti in aumento e dall’andamento climatico sempre più siccitoso in Capitanata. Il racconto a Grano Italiano dalla Capitanata è di Potito Gallo, tecnico sperimentatore di SATA per la Puglia.

Prezzo di mercato non sostenibile

In Puglia, ci dice Gallo, il prezzo di mercato del frumento duro si è ormai stabilito attorno a 28-29 euro/q.le, così che è venuto meno l’interesse di molte aziende agricole a coltivare. Questo accade soprattutto nelle zone aride e siccitose, nonché in terreni in cui gli avvicendamenti sono proibitivi e si pratica il ringrano. Secondo Potito Gallo, quindi, “è prevista una significativa riduzione delle superfici seminate come già avvenuto negli ultimi anni, nel 2024 c’è stato un calo del 15% rispetto l’anno precedente e solo al termine delle semine tardive potremmo quantificare il dato. La causa principale l’invasione del grano duro estero”.

Le piogge hanno spinto le semine

Lasciare i terreni incolti, vuole dire mancato reddito dell’imprenditore agricolo, pertanto le precipitazioni verificatesi dal 20 novembre all’8 dicembre hanno invogliato i cerealicoltori a seminare, slittando in avanti le operazioni di semina rispetto la programmazione iniziale, ci testimonia il tecnico di SATA. “In Capitanata si è partiti con le semine di frumento duro dal 15 novembre, interrotte dalle precipitazioni e riprese a pieno ritmo dal 10 dicembre, periodo di maggior concentrazione”.

Complesso gestire le infestanti

La gestione delle infestanti del frumento è sempre più complessa in areali come quelli pugliesi della Capitanata, in cui numerosi sono anche i casi di resistenze (si veda il caso del loietto e papavero). In questi casi la corretta gestione delle buone pratiche colturali, lavorazioni del terreno e applicazione di erbicidi di pre o di post emergenza precoce sono fondamentali per ridurre la pressione delle infestanti in campo.

Tra le pratiche utilizzate troviamo la Falsa semina, pratica normalmente impiegata che, però, richiede un periodo di riposo del terreno e condizioni meteorologiche tali da far emergere la flora infestante dopo la prima lavorazione del terreno, prima della semina del frumento. In periodi di prolungata siccità, ciò potrebbe non avvenire e le infestanti rischiano di manifestarsi massicciamente alla prima pioggia, dopo la semina del frumento.

Niente falsa semina: tante infestanti in campo

Le osservazioni dei campi seminati precocemente mostrano, dopo l’emergenza, una buona presenza di infestanti. L’assenza di piogge estive, infatti, non ha consentito di eseguire operazioni colturali di preparazione dei terreni come la falsa semina. “Tali campi si presentano in buono stato vegetativo, in virtù dei 70-80 mm di pioggia verificatosi dopo la semina”. Invece, poiché si sono abbassate le temperature, i campi seminati tardivamente ritarderanno l’emergenza della coltura secondo quanto previsto da Potito Gallo.

Nella foto in alto: emergenze in campi seminati precocemente (foto di Potito Gallo, SATA)

Autore: Azzurra Giorgio

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