L'analisi dei mercati del frumento
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SCARSA QUALITÀ E QUANTITÀ MA I PREZZI RESTANO BASSI

Prezzi stabili, qualità e produzione in calo: l’analisi dei listini di Milano e Bologna

La situazione non cambia per i cerealicoltori, in alcuni casi ancora alle prese con la difficile trebbiatura del 2024, poco generosa sia per quantità che per qualità. I prezzi restano sostanzialmente stabili su livelli noti ma poco soddisfacenti per il prodotto nazionale. A Milano si registrano allineamenti ai cali visti per il frumento duro la scorsa settimana e alle quotazioni più alte espresse per il frumento tenero nella seduta di Bologna e in altre borse italiane (leggi l’ultima analisi). Il prodotto di origine estera, in ribasso sia sui listini nazionali che su quelli internazionali, sia per il duro che per il tenero, continua ad esercitare una pressione negativa sui prezzi, nonostante le difficoltà nei raccolti.

Dopo i forti deprezzamenti della scorsa settimana, gli sfarinati di frumento tenero si stabilizzano, mentre quelli di frumento duro calano bruscamente. Si osserva un andamento a due velocità per i sottoprodotti: bene il cubettato e il farinaccio, male il tritello e il cruschello, probabilmente a causa di una domanda differenziata per i due gruppi di prodotti.

DURO: DOMANDA DEBOLE E PRODUZIONE UE SCARSA

La produzione di grano duro in Italia per il 2024 presenta una qualità variabile. Al Nord la qualità della granella è scarsa, per la presenza di tossine, mentre nel Centro e Sud Italia le rese per ettaro sono più basse ma il prodotto non presenta difetti. La produzione totale stimata è di circa 3 milioni di tonnellate, con alcune previsioni più ottimistiche. Ancora peggio va a livello europeo, la produzione di grano duro è al minimo degli ultimi cinque anni, con 7,1 milioni di tonnellate prodotte, in calo di 0,3 milioni di tonnellate rispetto al 2023.

Questi numeri negativi sono sopperiti dagli arrivi internazionali, per questo la domanda è debole e i prezzi potrebbero calare ulteriormente. Al di fuori dell’Ue, infatti, il Canada riporta condizioni ottimali per il raccolto 2024, con una produzione stimata tra 6,2 e 6,5 milioni di tonnellate, il livello più alto degli ultimi anni. Anche la Russia e la Turchia prevedono una buona annata, contribuendo a ripristinare le scorte globali. Le quotazioni in tali Paesi sono così in calo, sia sul mercato fisico che nei valori a termine, con il Future del Durum alla Borsa di Chicago crollato del 6,13% in una settimana. Ad influire sul mercato italiano, in particolare, sono un’asta per 50mila tonnellate di grano da parte della Tunisia, con il frumento acquistato a circa 302 €/t, e un’asta dalla Turchia a 314-323 €/t.

TENERO: MANCANO LOTTI DI PRIMA QUALITÀ IN UE

Nel mercato del tenero ancora non quotati i grani di forza a Milano per mancanza di lotti adeguati, a dimostrazione della bassa qualità del raccolto in seguito al clima freddo e piovoso nell’area padana. Le altre classi vedono un aumento dei prezzi nel capoluogo lombardo, come detto in apertura allineandosi a Bologna. La carenza di partite dalla qualità elevata non porta ad apprezzamenti per la prima scelta neanche nella sede emiliana dove è quotata. Ciò avviene poiché le alternative estere limitano gli aumenti di prezzo, come sta accadendo per il mercato del duro. L’offerta nostrana pare comunque adeguata alla domanda selettiva, in seguito a quantitativi raccolti positivi nel Nord e non troppo deficitari al Centro.

A livello Ue, la Francia ha rese inferiori del 15-20% e la qualità si prospetta essere con un tenore proteico inferiore alla media. Pur considerando questi fattori anche in questo caso le coperture internazionali portano a prezzi in calo sul mercato fisico francese. Oltreoceano, infatti, ci si aspettano produzione positive sia nell’emisfero nord che sud, con l’USDA che prevede un aumento degli stock. L’attesa per questo importante raccolto unita alle buone disponibilità attuali porta i prezzi a continuare a scendere, sia sul fisico (come riportato anche nei nostri listini) sia nei mercati a termine, riportando le quotazioni ai livelli del 2019-2020. Buoni riscontri produttivi anche in Russia, mentre qualche difficoltà in più si registra sul Mar Nero.

 

 

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