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«SEMINE DI DURO IN RITARDO»

Fernando Di Chio (Sis) lancia l’allarme

«Anche quest’anno si sta riscontrando un forte ritardo nelle semine di grano duro a causa della mancanza di acqua come, purtroppo, è di norma nelle ultime annate». Fernando Di Chio (Sis Sementi) è preoccupato. L’assenza di interventi strutturali importanti, come quello del bacino del Liscione in Molise, per rifornire di acqua la diga di Occhito sul fiume Fortore, quanto mai necessari, si associano al fatto di avere prezzi sempre più bassi sul mercato che non riescono a coprire i costi di produzione. Lo osserva il tecnico della società sementiera. E ricordiamo che la rete idrica pugliese arriva a perdere fino al 40 % di acqua . Periodi siccitosi prolungati stanno portando oltre ad una riduzione degli ettari coltivati ad un progressivo spopolamento delle campagne. Con conseguenti danni, non solo economici ma anche al tessuto sociale della regione Puglia.

Una coltivazione strategica

La coltivazione di grano duro rappresenta per tutti gli areali agricoli dell’Italia meridionale e, in particolare, per la Puglia una voce importante, sia dal punto di vista agronomico che da quello economico. La regione Puglia, infatti, da sola copre circa il 20 % della produzione nazionale di grano duro. Nell’areale Pugliese la stagione 2024-2025 ha visto 294.000 Ha seminati, con un calo di circa il 13,1 % rispetto agli Ha seminati nella stagione 2023-2024 (fonte : ISTAT). «Le semine, a causa della carenza idrica, sono iniziate in forte ritardo e, in alcuni casi, si sono protratte fino al mese di dicembre, quando l’arrivo di alcune piogge ha permesso di procedere alle semine previste. Nei mesi di gennaio e febbraio 2025, invece, abbiamo avuto una scarsità di precipitazioni il che ha limitato fortemente l’accestimento delle giovani piantine con ripercussioni negative sulla produzione» osserva il tecnico foggiano.

Una stagione eterogenea

In generale, si può affermare che è stata una stagione molto eterogenea. Nel foggiano in alcune zone la caduta anche di pochi mm di precipitazioni ha fatto la differenza in positivo sulla resa, rispetto ad altre zone dove questo non è avvenuto, utilizzando le medesime varietà e la medesima tecnica colturale. E’ piovuto molto di più nelle zone più vicine all’Appennino Dauno. Qui si sono raggiunti picchi fino a 500 mm di pioggia durante tutta l’annualità agraria, invece nelle zone più aride e prossime al mare si è arrivati a stento a 200 mm.

La produzione totale si è attestata sui 20-25 q/Ha nella parte centro-meridionale del foggiano con picchi di 35 q/Ha dove si sono riscontrate più precipitazioni e nei momenti giusti. Nella parte settentrionale del Tavoliere e nelle zone vicino all’Appenino Dauno, dove piove sempre di più, si sono raggiunte produzioni unitarie di 45-50 q/Ha. Con punte di 70 nelle zone più vicine al confine con il Molise. Nella Fossa Bradanica e nelle Murge, invece, l’annata particolarmente siccitosa associata ad alcune gelate nei mesi di marzo-aprile ha impedito un accestimento ottimale delle piantine e lo sviluppo delle spighe. Nella Fossa Bradanica, caratterizzata da terreni più fertili, si è arrivati ad una produzione unitaria di 35-40 q/Ha. Nell’alta Murgia, invece, caratterizzata da terreni più poveri si è arrivati al massimo ad una produzione di 30 q/Ha, in entrambi i casi al di sotto delle rese attese.

Temperature alte

Accanto alla carenza idrica si può aggiungere un andamento termico anomalo che ha accelerato fortemente la fenologia. In circa 30 giorni si è passati dalla fase di accestimento a quella dell’emissione della foglia “bandiera” con alcuni grani che hanno spigato addirittura alla metà di febbraio. Le varietà che vengono principalmente impiegate per la coltivazione del grano duro nella regione Puglia sono Marco Aurelio, Beltorax, Antalis, Monastir e Aventadur. Sono tutte varietà dall’elevato potenziale produttivo e tolleranti alle basse temperature e alle principali fitopatie che colpiscono il frumento.

Le fitopatie in Puglia

Secondo Di Chio, nell’ultima annata agraria non ci sono state le condizioni climatiche favorevoli per lo sviluppo delle principali fitopatie del grano duro in Puglia. Le condizioni climatiche descritte in precedenza – ci dice – se, da un lato, non sono state favorevoli per poter ottenere elevate produzioni, dall’altro non sono state favorevoli nemmeno per lo sviluppo delle principali fitopatie. Normalmente, negli anni passati, nella granicoltura pugliese si riscontrano diverse fitopatie. Il mal del piede, causato da alcuni funghi che attaccano le radici e la parte basale dei culmi (da qui il nome). L’oidio, causato dal fungo Erysiphe graminis, colpisce le parti epigee della pianta. Le ruggini, infine, sono causate da diversi funghi del genere Puccinia e vengono distinte sulla base della diversa colorazione e disposizione delle pustole che formano sugli organi aerei dell’ospite:

  • P. striiformis causa ruggine gialla
  • P. recondita causa ruggine bruna
  • P.graminis causa ruggine nera

Il parere di Di Chio

«In particolare, la ruggine nera ha fatto la comparsa negli ultimi 5-6 anni in maniera sempre più anticipata e aggressiva, già alla prima decade di maggio. Poi il complesso della septoriosi, con Septoria tritici che colpisce le foglie e Septoria nodorum che colpisce prevalentemente il culmo e le spighe. Infine, la carie, causata da vari funghi del genere Tilletia molto presente in aziende biologiche, dove viene impiegato seme non certificato o non adeguatamente trattato. Oppure in quelle aziende dove vengono seminate vecchie varietà per cui spesso si richiede di passare ad una coltivazione convenzionale per “risanare” la semente e, poi, ritornare ad un regime biologico. Ciò, considerato che al momento non risultano soluzioni alternative in grado di risolvere il problema in agricoltura biologica» osserva Di Chio.

Meritevole di considerazione è anche la fusariosi invernale causata dal fungo Microdochium nivale. L’annata 2024-2025 ha visto un incremento di segnalazioni soprattutto nel foggiano che ha portato alla comparsa di diradamenti e giallumi. Questi, tuttavia, sono stati spesso attribuiti ad altre cause.

Attenti alle malattie

I fattori agronomici principali che favoriscono l’insorgenza delle malattie sono :

  • l’impiego di varietà particolarmente suscettibili,
  • la monocoltura (ringrano),
  • le abbondanti concimazioni azotate
  • l’elevata densità di semina.

I mezzi di difesa del seme “diretti” sono: la “concia“ ossia il trattamento delle sementi con prodotti anticrittogamici. Bisogna effettuare i trattamenti chimici in campo, quindi, tenendo in considerazione le condizioni ambientali, più o meno favorevoli all’insorgenza delle malattie, e al grado di resistenza della varietà impiegata. Per cui, i trattamenti non vanno generalizzati ma programmati di volta in volta in funzione dei fattori citati sopra.

Autore: Alessandro Contini

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