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LE VARIETA’ PIU’ RESISTENTI

Il progetto WheatSecurity studia la diversità genetica per varietà di frumento resilienti e performanti da usare subito

La coltivazione del frumento è sempre più messa alla prova da stress provenienti da diverse fonti: come la diversità genetica può dare una risposta? I problemi sono rilevanti, poichè da un lato si richiedono produzioni sempre maggiori e sane, per rispondere al bisogno di più cibo sicuro. Dall’altro le condizioni climatiche sono sempre più mutevoli e vi è una crescente necessità di ridurre l’impiego di input, soprattutto se di sintesi. I ricercatori del CREA di Fiorenzuola, in collaborazione con team di ricerca di altri paesi europei, stanno provando a dare una risposta a questo problema. L’obiettivo è dimostrare ad agricoltori, breeder, istituzioni e opinione pubblica che l’ampliamento della base genetica della coltura può dare un aiuto concreto.

Stiamo parlando del progetto WheatSecurity, avviato nel 2022 e dal titolo: Identification and sustainable deployment of wheat genetic diversity to enhance the resilience and security of the European food supply.

Le varietà in commercio oggetto di sperimentazione

Il gruppo di ricerca internazionale coinvolge Italia, Spagna, Francia, Danimarca ed Irlanda. I ricercatori stanno testando numerose varietà di frumento già in commercio attraverso sperimentazioni in campo, osservando nel corso di due annate agrarie le risposte della coltura sottoposta a stress biotici, abiotici e gestione differenziale. Le varietà oggetto di studio e tutt’oggi in commercio sono indicate di seguito. Per il frumento tenero: Bologna, Chevignon, Kws Extase, Lg Absalon, Solehio, Rubisko, Apache, Fillon, Marco Polo, Nogal, Pr22r58, Bramante, Altamira, Vlada, Kavkazr, Odeska_267. Per il frumento duro: Iride, Monastir, Anvergur, Rgt Voilur, Antalis, Claudio, Don Ricardo, Tito Flavio, Svevo, Daurur, Marco Aurelio, Miradoux. Una prima sperimentazione è stata fatta l’anno scorso, per l’Italia se n’è occupata l’Università di Bologna, mentre per la prossima annata sarà il CREA di Fiorenzuola d’Arda il responsabile.

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Campo in cui sono stati testati centinaia di frumenti duri e teneri per la loro risposta a Fusarium e Septoria attraverso inoculi artificiali

 

Sulle medesime linee e su collezioni più ampie sono in corso anche esperimenti in condizioni controllate.  Il CREA di Fiorenzuola sta testando varietà e accessioni di pre-breeding, quindi non ancora in commercio. I test si effettuano per la risposta alla siccità in condizioni differenti di concimazione con l’ausilio di piattaforme di fenotipizzazione, e in campo  in presenza di inoculi artificiali di patogeni fungini

Nel 2026, quindi, avremo dati interessanti ed utili per i breeder e gli agricoltori. Questi potranno essere in grado di comprendere quali varietà sarà meglio impiegare nelle nuove condizioni ambientali e meteorologiche che il frumento affronta in questi anni. L’appuntamento, con il CREA di Fiorenzuola e con il progetto WheatSecurity, è quindi per l’inizio del 2026 con la presentazione dei risultati dello studio.

Abbiamo parlato con la Dott.ssa Delfina Barabaschi, del CREA di Fiorenzuola, degli obiettivi del progetto e delle attività in essere nel suo gruppo di ricerca. Molto interessante è il suo racconto di quali aspetti della fisiologia della pianta si andranno ad osservare e dei diversi stress a cui la pianta è sottoposta contemporaneamente nella sperimentazione.

Dott.ssa Barabaschi, qual è l’obiettivo del progetto?

«WheatSecurity aspira a migliorare la sostenibilità, la sicurezza e la qualità nutrizionale del frumento, una delle più importanti fonti di calorie per l’uomo, attraverso l’impiego e la coltivazione di una più ampia diversità genetica di frumento in tutta l’UE e una gestione più sostenibile dei nutrienti. Questo significa con un ridotto/ottimizzato apporto di azoto e in presenza di input biologici, avvantaggiando così l’agro-biodiversità. Intendiamo intraprendere studi di interazione genotipo-ecosistema per rivelare utili variazioni funzionali volte ad aumentare in modo efficace: i) l’adattamento biogeografico, ii) la resilienza alla siccità, iii) la resistenza alle malattie, iv) la qualità nutrizionale, v) la benefica colonizzazione del microbioma e dei biostimolanti».

L’intervista proseguirà domani con un focus sui meccanismi della pianta di frumento sotto la lente dei ricercatori.

Il sito del progetto WheatSecurity: https://www.suscrop.eu/call-information/4th-call/wheatsecurity

Foto di Delfina Barabaschi, CREA – Progetto WheatSecurity

Autore: Azzurra Giorgio

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