Il lavoro dei breeder degli ultimi decenni ha portato all’ottenimento di nuove varietà di grano caratterizzate da performance produttive sempre maggiori ma, anche, da uno stato sanitario migliore della granella prodotta.
La ricerca varietale in Italia
Lo sforzo più intenso sulle nuove varietà di grano tenero è stato fatto in paesi diversi dall’Italia. Se guardiamo alla Francia, ad esempio, lo sviluppo della ricerca varietale ha portato, nel primo decennio del secolo, a ricoprire quasi 5 mln di ha rispetto ai 600.000 del nostro paese. Anche l’amministrazione pubblica francese ha dato una spinta importante. Ha incentivato la ricerca attraverso una stretta collaborazione tra pubblico e privato per ottimizzare gli investimenti della moderna attività scientifica. Numerose, infatti, sono le varietà francesi di frumento tenero coltivate in Italia. Un discorso a parte, invece, va fatto per il lavoro sulle nuove varietà di grano duro che, nei primi anni 2000, toccavano 1,7 mln di ha. Molte sono le nostre varietà di frumento duro coltivate in Spagna, Grecia e Turchia.
Tempi lunghi per nuove varietà di grano
Il lavoro di ricerca per ottenere nuove varietà di frumento, specie autogama, è molto lungo e complesso. Si richiedono tempi estesi per avere l’omozigosi e, spesso, sono necessari numerosi reincroci per migliorare le caratteristiche richieste in termini di qualità, sanità e resa produttiva. A questo punto, i breeder svolgono test per le varietà ottenute in diversi areali, confrontandole con quelle già esistenti. Si stimano, quindi, almeno 10-12 anni di lavoro dall’incrocio effettuato. Successivamente, per far sì che la varietà costituita sia commercializzata, è necessario procedere con la registrazione presso il catalogo nazionale ed europeo ed il brevetto come nuovo ritrovato. La società responsabile dovrà, poi, mantenerla in purezza e moltiplicarla per distribuirla agli agricoltori interessati.
Ricordiamo che la Legge n. 1906 del 25.11.1971, la cosiddetta “Legge sementiera”, regola l’attività sementiera, inclusa la costituzione varietale. Dall’anno di emanazione, infatti, il seme ha completa rintracciabilità grazie alla certificazione ENSE (Ente Nazionale Sementi Elette) che garantisce l’identità, la provenienza, la purezza e la germinabilità della semente acquistata.
Autore: Azzurra Giorgio
Fonte: Il grano, della collana Coltura&Cultura di Bayer CropScience (2008)
Puoi seguirci anche sui social, siamo su Facebook, Instagram e Linkedin