L'analisi dei mercati del frumento
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BRUTTI SEGNALI DAI MERCATI A TERMINE

Listini fermi in tutte le voci: l’analisi dei listini di Milano e Bologna

Ancora totale stabilità nel mercato del frumento, con pochissimi scambi per duro e pochi per tenero. Variazioni solo per i sottoprodotti, in ascesa ancor più marcata rispetto alle ultime settimane, a testimoniare una minor disponibilità dovuta a ritmi di lavorazione contenuti. In calo i mercati a termine di tenero.

DURO IN CRESCITA SOLO ALL’ESTERO

I prezzi restano così su livelli insoddisfacenti per i produttori, ormai sempre più intenzionati a ridurre l’investimento di superficie per questi prodotti come abbiamo spiegato di recente (LEGGI). Nel caso del grano duro molti agricoltori stanno addirittura pensando di abbandonare la coltivazione. Questo sembra iniziare a preoccupare i trasformatori ma per il momento una domanda controllata e gli arrivi di merce da altri Paesi UE e non UE mantengono stabili i mercati nazionali. In particolare la principale fonte d’approvvigionamento continua ad essere il Nord America, con i prezzi turchi ancora non competitivi e le fonti comunitarie che mantengono un flusso di offerta moderato.

Sorprende notare come di recente proprio in Usa e Canada i prezzi siano in ascesa, anche a causa del crescente valore del dollaro. La scorsa settimana, il prezzo del Northern Durum dagli Stati Uniti è salito a 32 $/q, grazie al cambio favorevole, mentre il mercato di Toronto ha registrato un ulteriore incremento del Canadian Western Amber Durum (Cwad), che ha raggiunto i 30,90 $/q. I prezzi italiani non sembrano seguire questa tendenza al momento a causa di un’ottima disponibilità di merce già importata. Al contrario, il grano canadese di prima qualità ha registrato un crollo di 5,5 €/q a Bari.

MERCATI A TERMINE IN CALO PER TENERO

Resta stabile il prezzo dei Futures alla borsa di Chicago relativi al grano duro, mentre si registra un brusco calo (oltre il 3%) negli ultimi sette giorni per l’indice relativo al grano tenero. Ciò a causa dell’avvicinarsi dei raccolti nell’emisfero sud, che creano un aumento della pressione dell’offerta a livello globale. intanto in Italia si resta nella totale stabilità anche per tenero, con un ritmo di scambi maggiormente in linea con la consuetudine rispetto a quanto accade per duro, secondo quanto riferito dagli operatori. Anche in questo caso l’ampia disponibilità di grani esteri e comunitari contribuisce a stabilizzare i prezzi, in seguito a raccolti meno scarsi rispetto a duro ma comunque deficitari.

Nel frattempo si attendono sviluppi sulle semine del 2024, che si prevedono in diminuzione anche per questo cereale rispetto al 2023, con prospettive migliori rispetto a duro in relazione proprio alla miglior produttività recente. Un’influenza negativa nel prossimo futuro potrebbe arrivare dai listini comunitari. Le quotazioni sono in calo sia sul mercato a termine di Parigi che su quello fisico. Ciò pare essere frutto di esportazioni extra-UE che risultano in diminuzione rispetto allo scorso anno, nonostante il cambio favorevole dell’euro.

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