CRESCONO I MERCATI A TERMINE

La stabilità regna sovrana nell’ultima settimana di mercato per il frumento. L’unico apprezzamento riguarda il tenero di origine nazionale, escludendo il di forza, nel listino di Milano. Questo, tuttavia, risulta essere un allineamento ai passi avanti visti a Bologna lo scorso giovedì (LEGGI). L’incertezza internazionale per il nuovo raccolto porta in crescita i mercati a termine.

LISTINI STABILI, MERCATI A TERMINE IN CRESCITA PER TENERO

Il ritorno alla stabilità per il mercato del grano tenero coincide con un momento di equilibrio nelle sale di contrattazione della Penisola tra domanda e offerta per questo cereale. La disponibilità di grani di forza continua a non essere carente, soddisfacendo il fabbisogno dei molini. Per quanto riguardo le classi inferiori la carenza nazionale è sopperita dalle origine estere, europee e non. Un contesto in essere ormai da diverso tempo, come testimoniato dai recenti dati pubblicati da Anacer nel suo consueto comunicato. Questi riportano che da gennaio a novembre 2024, nel confronto con l’anno precedente, le importazioni di tenero, per lo più di panificabile e biscottiero, sono cresciute di +1,17 milioni di tonnellate, pari a +24%. I periodi di crescita dei prezzi hanno coinciso con minor disponibilità e maggiori difficoltà nei mercati internazionali. Ad esempio la scorsa settimana si registrava il calo dell’offerta dall’Australia.

In questo momento in Europa, il commercio è dinamico dai porti del Mar Nero ma stagnante in Francia, con prezzi in calo sui mercati a termine. A Parigi il titolo di marzo scende lievemente, sotto i 230 €/t. Al contrario, cresce il titolo con scadenza a settembre, relativo dunque al nuovo raccolto, che si colloca 237 €/t. Ciò in quanto a livello globale si registrano condizioni climatiche critiche, con siccità sia negli USA sia in Marocco e dubbi riguardo agli andamenti sul Mar Nero, che preoccupano per la disponibilità futura. L’effetto di questo contesto si percepisce anche nei futures americani, in questo caso anche per le scadenze più prossime. A Chicago guadagnano sia il future di marzo sia quello di maggio.

CRESCONO ANCHE I FUTURES DI DURO

Resta stabile il mercato del grano duro, in un contesto di stagnazione non solo dei prezzi ma anche degli scambi, che restano minimi. L’offerta interna è ormai pressoché scomparsa, al pari di quella di origine comunitaria. Le coperture continuano così ad essere fornite da importazioni extra-Ue. Si è ormai prossimi alla riapertura dei porti settentrionali del Nordamerica, uno sviluppo che per il momento causa incertezza non essendo chiaro se e quanto aumenterà la disponibilità all’export del Canada, ad oggi il principale fornitore. I prezzi intanto, sia nel Paese dell’acero che negli States, restano stabili, con leggere variazioni per il Northern Durum dovute unicamente all’andamento del dollaro. Tornano a crescere i noli marittimi.

Per il prossimo futuro i compratori continuano a guardare all’estero, consapevoli che l’offerta italiana sarà deficitaria, in seguito ad investimenti ridotti di superficie, ed il raccolto Ue dovrebbe essere in linea con le ultime campagne, quindi anch’esso carente rispetto ai fabbisogni. Come per il frumento tenero, al di fuori dell’Ue preoccupano gli sviluppi climatici, soprattutto in Nordafrica e Usa. Le incertezze globali riguardo alle disponibilità successive al nuovo raccolto portano a crescite nei mercati a termine anche per il grano duro alla borsa di Chicago. Infine, tornano ad apprezzarsi i sottoprodotti della lavorazione, dopo il forte rush negativo che gli ha interessati nelle settimane precedenti.

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