Negli ultimi rapporti di Liquid Gas Europe emerge un quadro chiaro: il GPL (o Autogas) continua a rappresentare una risorsa importante per l’agricoltura italiana, anche se rimane una nicchia rispetto agli altri settori.
Un consumo stabile ma limitato
Il rapporto evidenzia che il consumo di GPL nel settore agricolo rimane marginale, rappresentando circa il 2 % del totale della domanda italiana di GPL . Una percentuale costante nel tempo, lontana dalla quota più rilevante destinata al trasporto e ad altri usi industriali o domestici.
Autogas: leader nel settore trasporti
L’Italia si conferma uno dei Paesi europei con il mercato di Autogas più consolidato: oltre 2,3 milioni veicoli alimentati a GPL (dato 2018), con un parco che è cresciuto ulteriormente nei report successivi . Inoltre, sono circa 4 600 le stazioni di servizio GPL, pari al 22 % del totale nazionale , una rete che sostiene anche l’uso agricolo, grazie alla disponibilità capillare del carburante.
Verso il futuro: il bio‑LPG
Nei documenti più recenti (2025), è emersa l’importanza strategica dei “renewable liquid gases” (rLG), come il bio‑LPG, che possono ridurre le emissioni di gas serra di oltre l’80 % rispetto al GPL tradizionale . LGE evidenzia come questa soluzione sia particolarmente adatta per l’agricoltura, ambito difficilmente elettrificabile, e chiede un quadro normativo semplificato e incentivi stabili per realizzare appieno questo potenziale .
I vantaggi per il settore agricolo
Sostenibilità: il bio‑LPG garantisce una significativa riduzione delle emissioni, con impatti positivi sull’ambiente e sulla sostenibilità delle aziende agricole. Praticità: la rete esistente di infrastrutture GPL – capillare e consolidata – facilita l’adozione anche nelle aree rurali più remote. Concorrenzialità: grazie agli incentivi e alla stabilità dei prezzi, il GPL rappresenta un’alternativa economicamente vantaggiosa per le macchine agricole.
Un’occasione da cogliere
Liquid Gas Europe indica chiaramente la via da seguire: per rendere il GPL (e in particolare le sue versioni rinnovabili) un pilastro energetico dell’agricoltura italiana, servono tre cose. un quadro normativo chiaro: un sistema di regolamentazioni unificate a livello europeo. Incentivi dedicati: supporti sia fiscali sia finanziari per favorire l’immissione sul mercato del bio‑LPG. Infine, certificazione ambientale: riconoscere il GPL come tecnologia sostenibile nell’ambito della tassonomia UE.
In sintesi
Il GPL in agricoltura oggi ha un consumo ancora limitato (intorno al 2 %), ma le basi per una svolta esistono. Rete infrastrutturale capillare, vantaggi climatici e opportunità di sviluppo del bio‑GPL creano le condizioni per un futuro in cui l’agricoltura italiana potrà ridurre la sua impronta ecologica, puntando a soluzioni reali ed efficaci.
Uno sguardo al futuro
Liquid Gas Europe sottolinea che, per sfruttare appieno queste opportunità, è indispensabile sostenere gli agricoltori con strumenti concreti: incentivi, agevolazioni fiscali e una burocrazia più snella. Inoltre, serve un riconoscimento chiaro del GPL (e del bio-GPL) come fonti di energia utili alla transizione verde dell’agricoltura italiana.
In un contesto agricolo che guarda sempre di più alla sostenibilità, il GPL potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa, a patto che istituzioni e settore produttivo lavorino insieme per renderlo davvero accessibile e conveniente.
Autore: Rachele Callegari
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