Le notizie che giungono dai campi di frumento duro del Sud Italia non sono solo di siccità e carenza di risorsa idrica. Questa volta abbiamo raccolto le testimonianze degli areali lucani, dove i cerealicoltori sono convinti che quella in corso sia sicuramente un’annata migliore, dopo quella disastrosa del 23-24. Per il momento la trebbiatura è ben avviata nella provincia di Matera, mentre è iniziata in piccola parte in quella di Potenza. I primi commenti da parte degli agricoltori descrivono un andamento produttivo abbastanza soddisfacente, seppur discordante nelle performance, anche tra zone della stessa provincia.
La pioggia è tornata sul duro
Guardando all’andamento meteorologico della stagione, la Basilicata non ha visto particolari picchi di fenomeni atmosferici e, in autunno e inverno, si è notata una certa uniformità in termini territoriali: in questo periodo sono mediamente caduti 200 mm di pioggia. La primavera, invece, si è rivelata più complessa, con precipitazioni distribuite in modo meno uniforme, colpendo sempre nelle stesse zone e lasciandone asciutte altre. Le piogge primaverili, comunque, non sono andate oltre i 150 mm e il mese di maggio è stato particolarmente asciutto. Di certo, le riserve idriche del terreno sono ancora in deficit, segnate fortemente dalla siccità del 2024.
Il meteo, però, ha consentito di eseguire le operazioni colturali nella corretta fase fenologica, sin dalla semina. Anche gli interventi fungicidi sono stati eseguiti nelle finestre corrette. Molti si sono trovati costretti ad effettuare due interventi a causa delle ruggini che stavano prendendo il sopravvento.
Primi risultati soddisfacenti
Le prime fasi della raccolta stanno portando a risultati di produttività piuttosto soddisfacenti, in particolare considerando quelli prossimi allo zero della scorsa annata. Gli areali più produttivi, dove in queste prime settimane si stanno concentrando le trebbie, stanno raggiungendo medie di 27-30 quintali/ ettaro. Si vedrà, poi, cosa succederà nelle zone di alta collina, normalmente meno produttive, in cui i raccolti inizieranno tra una decina di giorni.
Dal punto di vista dei prezzi, però, regna una grande depressione e si temono ulteriori ribassi, viste le rese discrete: ad oggi i prezzi sono sui 28 euro/ quintale, mentre chi fa filiera gode di un beneficio non superiore ai 2 euro/ quintale. Anche chi coltiva frumento in regime biologico non è contento, perchè i prezzi sono prossimi a quelli del prodotto in convenzionale. Molti produttori sono sconsolati: sono a rischio gli investimenti fatti di chi non ha mollato e, se il mercato prosegue con il trend negativo, si teme la chiusura di numerose attività.
La testimonianza dal campo
La testimonianza dai campi ci viene da Emilio Vesia, agricoltore della collina materana, che quest’anno ha deciso di non seminare grano, dopo i pessimi risultati dell’anno scorso e la lunga siccità che ha colpito il meridione negli ultimi anni. A Grano italiano lascia il suo messaggio fortemente negativo, dando voce a tanti cerealicoltori del Sud Italia: ci dichiara, infatti, di non essere per nulla pentito della sua scelta di non seminare nell’autunno 2024; le sue attività sono ferme ormai da due anni e la sua produzione è totalmente destinata all’autoconsumo. Il suo pensiero è condiviso da tanti colleghi dell’areale della collina materana, convinti che la cerealicoltura italiana stia attraversando il periodo più difficile degli ultimi anni.
Seguono alcune foto dei campi della collina materana inviateci da Emilio Vesia.
Foto di Emilio Vesia
Autore: Azzurra Giorgio
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